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Un topo chimera con geni che hanno almeno 400 milioni di anni

Un topo chimera con geni che hanno almeno 400 milioni di anni

Gli strumenti per ottenere le staminali sono antichissimi

23 novembre 2024, 08:10

di Enrica Battifoglia

ANSACheck
A sinistra il topo chimera, riconoscibile dagli occhi scuri, accanto a un topo normale (fonte: Gao Ya e Alvin Kin Shing Lee) - RIPRODUZIONE RISERVATA

A sinistra il topo chimera, riconoscibile dagli occhi scuri, accanto a un topo normale (fonte: Gao Ya e Alvin Kin Shing Lee) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ottenuto un topo chimera le cui cellule sono state riprogrammate utilizzando i geni di un organismo antico almeno 422 milioni di anni. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Communications da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'Università of Hong Kong, dimostra che i fattori che regolano l'attività delle cellule staminali animali sono molto più antichi del previsto. Probabilmente c'erano già quando gli animali multicellulari non esistevano ancora, e la scoperta promette di avere conseguenze importanti per la medicina rigenerativa. Allo studio hanno collaborato le Università britanniche di Cambridge e Queen Mary di Londra e l'Istituto tedesco Max Planck.

I geni utilizzati nell'esperimento si chiamano Sox2 e Pou, entrambi spingono le cellule adulte a regredire diventando pluripotenti, ossia capaci di svilupparsi assumendo qualsiasi identità. Tutti e due appartengono ai coanoflagellati, animali unicellulari vissuti almeno 422 milioni di anni fa e considerati i più vicini parenti degli animali sulla scala evolutiva.

Una volta introdotti nelle cellule di topo, i geni Sox2 e Pou le hanno spinte a resettare il loro programma, facendole regredire allo stato di staminali pluripotenti; le stesse cellule sono state poi fatte crescere fino a ottenere un embrione che ha dato origine a un individuo: il topo chimera. Le prove della completa integrazione delle cellule antiche nel suo Dna sono macchie di pelo nero e occhi scuri. "Ottenendo con successo un topo utilizzando strumenti molecolari dei nostri parenti unicellulari, siamo testimoni di una straordinaria continuità della loro funzione attraverso un miliardo di anni di evoluzione, osserva Alex de Mendoza, della Queen Mary University, uno degli autori della ricerca.

Grazie a questo risultato l'insieme di strumenti della medicina rigenerativa si prepara a diventare più ricco ed efficiente. I nuovi geni si aggiungono infatti al cocktail di geni e fattori di crescita messo a punto nel 2012 da Shinya Yamanaka per riprogrammare le cellule adulte in staminali pluripotenti.

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