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Testi brevi e lessico povero, come anche i social hanno cambiato linguaggio nel tempo

Testi brevi e lessico povero, come anche i social hanno cambiato linguaggio nel tempo

Studio La Sapienza su 34 anni di interazioni e otto piattaforme

ROMA, 07 dicembre 2024, 13:53

di Titti Santamato

ANSACheck
Testi brevi e lessico povero, il linguaggio social nel tempo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Testi brevi e lessico povero, il linguaggio social nel tempo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Testi più brevi, impoverimento del lessico e una costante introduzione di neologismi. I social media non solo hanno cambiato la quotidianità di miliardi di persone ma anche il linguaggio a colpi di hashtag, emoji, Gif e meme spesso usati al posto delle parole per esprimere un concetto. È la riflessione di uno studio italiano condotto dal Centro di Data Science and Complexity for Society dell'Università La Sapienza di Roma e pubblicato sulla rivista Pnas.

Il lavoro, intitolato Patterns of Linguistic Simplification on Social Media Platforms Over Time, è un'analisi senza precedenti di 34 anni di interazioni linguistiche sui social grazie ad un dataset monumentale: circa 300 milioni di commenti in inglese provenienti da otto piattaforme diverse (Facebook, Twitter-X, Gab, Reddit, Telegram, Usenet, Voast e YouTube). Un arco temporale che va dagli albori di Internet degli anni '90 (con Usenet) fino alle piattaforme più utilizzate oggi.

Per ognuna delle app, gli autori hanno raccolto dati contenenti commenti su tematiche peculiari di ogni social. Ad esempio, su Facebook i vaccini e la Brexit; sui gruppi Telegram le teorie cospirazioniste e su X-Twitter i cambiamenti climatici.

La ricerca si è concentrata sulla ricchezza del vocabolario degli utenti e sulla loro attività sulle piattaforme considerate. Il quadro che emerge è che sui social si sta verificando un processo di semplificazione linguistica che si manifesta in diversi modi tra cui una ridotta ricchezza lessicale e commenti di lunghezza più breve. La maggior parte degli utenti, ad esempio, utilizza fino a 10 parole uniche indicando così una dimensione lessicale modesta.

Parallelamente, però, i ricercatori hanno analizzato l'introduzione di parole nuove. E hanno osservato che, nonostante la semplificazione generale, si continuano a introdurre neologismi ad un ritmo stabile. A dimostrazione di come il linguaggio rimanga dinamico anche in un contesto di impoverimento lessicale.

Per gli autori dell'analisi, dunque, l'evoluzione del linguaggio è solo in parte influenzata dall'uso dei social. Piuttosto, sembra che l'utilizzo sempre più costante di abbreviazioni, così come di hashtag ed emoticon, sia figlio di un cambiamento già in atto, accelerato dalla globalizzazione digitale. E riflettono piuttosto un aspetto più ampio del comportamento umano, un fenomeno universale legato a dinamiche sociali più ampie come quando due lingue si incontrano e da queste ibridazioni nascono idiomi unici. Lo stesso processo di semplificazione - è il parallelo che fa la ricerca - che si è verificato nel lingue romanze rispetto al latino da cui derivano.

"Comprendere l'impatto delle piattaforme digitali sul comportamento degli utenti presenta sfide fondamentali inclusi problemi relativi alla polarizzazione, alle dinamiche di disinformazione e alla variazione nel consumo di notizie - spiegano i ricercatori -. Analisi comparative tra piattaforme e in diversi anni possono fornire informazioni su questi fenomeni".

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