Il grande The Globe sospeso di
Atelier Van Lieshout, che invita a riflettere sui confini
mutevoli e sulle visioni contrastanti della Terra. L'esperienza
di un ingresso senza uscita, nel giallo totale di una porta
girevole che diffonde profumi nell'aria profumi, nel Mixing
Parfums di Massimo Bartolini. O la violenza delle imponenti
nuvole di fiamme e fumo di Fire Tires di Gal Weinstein, esposte
per la prima volta al Maxxi. È il viaggio di The Large Glass, la
mostra curata dall'artista concettuale americano Alex Da Corte
(Philadelphia,1980) che dal 13 dicembre inaugura una nuova
prospettiva nel programma espositivo del Museo nazionale delle
arti del XXI secolo, che invita artisti e intellettuali a
reinterpretare le sue collezioni.
"E' un nuovo sguardo che abbiamo pensato di affidare a un
artista", spiega il direttore artistico della Fondazione Maxxi,
Francesco Stocchi. "Un progetto che rientra in una visione di
valorizzazione della collezione permanente che mette al centro
l'artista e la creatività - aggiunge la Direttrice Maxxi Arte ad
interim Monia Trombetta - Ma anche un racconto autoriale che
restituisce letture inedite di opere più volte presentate, ora
portatrici di nuovi messaggi e connessioni tra loro e
l'architettura".
"Quando mi è arrivato questo invito - racconta Da Corte, artista
riconosciuto a livello internazionale per il suo linguaggio
multidisciplinare - passeggiando per le strade di Roma, ho
pensato a come portare tanta bellezza e arte all'interno di un
museo. Questa esposizione è un mix di storia e confini, bellezza
e violenza, mistero, vecchi e nuovi amici".
Allestita nella Galleria 4, la mostra è dunque insieme un invito
a riflettere sulle dinamiche dell'alterazione e del mutamento e
un viaggio che celebra il perpetuo dialogo tra le opere e gli
artisti che le hanno concepite. Tra i protagonisti spiccano
opere e artisti di fama internazionale come Sculture di linfa di
Giuseppe Penone, l'enigmatica fotografia di Luigi Ghirri del
1978 Modena, Races of Mankind di Kara Walker, sulla storia
dolorosa del razzismo e Preparing the Flute di William
Kentridge.
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