di Redazione ANSA

Coltivare beni comuni: l'agricoltura sociale e i fondi Ue

L’agricoltura sociale per restituire alla collettività terreni confiscati alla criminalità organizzata. A Bari ci credono. L’agricoltura è un’opportunità in un territorio dove “su 496 beni confiscati 129 sono terreni agricoli”, racconta Antonio Decaro, sindaco della Città Metropolitana di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, gli Enti locali che possono assegnare i beni confiscati in concessione. Il sequestro dei beni ai mafiosi per colpire il loro patrimonio economico è stato sancito per la prima volta nel 1982, dalla legge Rognoni-La Torre.

Ma ancora oggi il cammino per il pieno recupero è tutt'altro che facile. Per i terreni agricoli, in particolare. “Richiedono un livello di investimento iniziale molto alto per realizzare una produzione agricola – prosegue Decaro – come impianti di irrigazione, lavori di spietramento, di sistemazione per la coltura, di approvvigionamento”.

Le difficoltà aumentano se l’attività agricola ha finalità sociali. Se cioè affianca alla produzione primaria la missione di inclusione di soggetti ai margini, come disabili o detenuti. Una doppia natura che non trova ancora un riconoscimento pieno. Il sostegno della Politica agricola europea guarda alla sicurezza alimentare, all’economia e all’ambiente, ma le politiche sociali sono materia di competenza nazionale.

I contributi video contenuti in questo reportage sono stati realizzati grazie alla collaborazione degli intervistati, durante il periodo di limitazione degli spostamenti a livello nazionale causato dall'epidemia di Covid-19.

 

Pubblicato il 30 aprile 2020, ultima modifica il 6 maggio 2020

Coltivare la terra, coltivare gli uomini

Agri Reportage

La storia della Cooperativa sociale Semi di Vita è esemplare. Dal 2014 coltiva 2 ettari con metodo biologico in un orto urbano nel quartiere difficile di Bari, Japigia. L’agricoltura fa da base per costruire progetti che impegnano ragazzi diversamente abili in attività di orto-terapia, e il reinserimento nel mondo del lavoro di detenuti del locale carcere minorile. Nel 2018, la cooperativa vince il bando per gestire 26 ettari confiscati alla mafia a Valenzano, paese di 18 mila abitanti alle porte di Bari.

“La Fattoria dei Primi è il nome del progetto”, racconta il responsabile della cooperativa Angelo Santoro. “Vogliamo usare i 26 ettari per coltivare l’uomo e la terra, in regime biologico”. Alla Fattoria dei Primi per ora hanno piantato 600 alberi di melograno donati da un’azienda del territorio che produce tessuti in materiale biologico. Hanno un primo frutteto, un ettaro a fave e un ettaro a foresta. Ma il salto da 2 a 26 ettari è enorme.

“Abbiamo un’area grande come ventisei campi da calcio”, scandisce Santoro. Per un recupero vero “ci vorrà almeno un milione di euro in 10 anni, ma noi non molliamo vogliamo fare di questo terreno un bene comune e non solo un bene confiscato”.


Un modello per il Mediterraneo

Agri Reportage

Progetti come quello di Semi di Vita possono trovare terreno fertile in un territorio con distretti agroalimentari e industriali consolidati. E dove l’aspetto sociale dell’innovazione agricola viene promosso a livello internazionale come “strumento potente per fermare l’abbandono e la desertificazione delle aree rurali e contenere l’emigrazione, sia su scala locale che in tutto il bacino del Mediterraneo, dall’Africa all’Europa”.

A parlare è Damiano Petruzzella, del Ciheam di Bari. Istituito nel 1962, il Ciheam Bari è uno dei quattro Istituti mediterranei per la ricerca e la formazione in agronomia e ha sede proprio a Valenzano. “Da circa 10 anni – prosegue Petruzzella – lavoriamo per creare una nuova generazione di imprese con un Hub per l’innovazione nel settore agroalimentare del Mediterraneo, un centro di eccellenza internazionale per formare una nuova generazione di imprenditori alla guida di start ups tecnologicamente ma anche e soprattutto socialmente innovative, per un nuovo modello di sviluppo”.

Le difficoltà per i giovani imprenditori agricoli sono note, accesso al credito e alla terra. Per quelli che vogliono cimentarsi in iniziative a carattere sociale, secondo Petruzzella, ce ne sono altre. Pur essendo strumenti di grande duttilità, i Programmi di sviluppo rurale della Pac “mancano di misure specifiche per la formazione di giovani imprenditori dediti all’innovazione tecnologica e sociale e misure ad hoc che riconoscano il valore sociale delle iniziative imprenditoriali, il loro contributo al bene comune”. Un’altra strada, anche se impervia, è quella di “potenziare l’integrazione dei programmi di intervento dell'Ue”. Per esempio, “coordinare delle misure che sono previste in diversi piani di sviluppo, dallo sviluppo rurale ai programmi operativi regionali dei fondi regionali”.


La via giusta

French President Emmanuel Macron meets farmers in Brittany

“Per valorizzare queste esperienze – riprende Decaro – ci vogliono adeguati fondi iniziali da fondi strutturali, piani di sviluppo rurale e gestione diretta, per gli investimenti e la remunerazione dei lavoratori nella fase di start up. Così come sistemi di agevolazione mirata per la produzione agricola e per l’agricoltura sociale, ancora erroneamente considerata in modo ancillare”. Ma le vie dei fondi europei possono essere infinite, a patto di conoscerle. La Città Metropolitana di Bari, proprio in collaborazione con la sede locale del Ciheam, si è aggiudicata un finanziamento del Piano Operativo Nazionale (Pon) dedicato alla legalità 2014/2020 per la valorizzazione dei terreni confiscati e l’attivazione di nuova impresa giovanile in agricoltura. I Pon sono finanziati dai fondi strutturali Ue e “il Pon Legalità è forse il Piano Operativo Nazionale che storicamente fa meno spesa nei settenni di programmazione europea – è l’analisi di Decaro – lì dentro ci sono molte risorse destinate al recupero di questi beni e si potrebbe lavorare per accelerare la spesa proprio in questa direzione, con un necessario snellimento delle pratiche burocratiche”.

 

Per saperne di più:

Lo speciale ANSA su sviluppo rurale e fondi di coesione

CIHEAM Bari

Cooperativa sociale Semi di Vita

Anci

Città Metropolitana di Bari