(ANSA) - AREZZO, 15 MAG - La prossima adesione e soprattutto
l'organizzazione tecnica degli uffici del saggio, che verranno
apposti, per l'Italia, dai laboratori delle tre Camere di
Commercio di Alessandria-Asti, Arezzo-Siena e Vicenza sono stati
al centro di un convegno sulla convenzione di Vienna
organizzato, ad Oroarezzo, da Unioncamere nazionale e da
Confindustria Federorafi.
Il 14 marzo, l'Aula della Camera ha approvato all'unanimità
con 268 sì, l'autorizzazione all'adesione dell'Italia alla
Convenzione di Vienna. Il provvedimento è passato all'esame del
Senato per l'approvazione definitiva. La Convenzione ha lo scopo
di facilitare il commercio internazionale degli oggetti in
metalli preziosi (platino, oro, palladio e argento) anche
attraverso l'armonizzazione degli standard e delle norme
tecniche, e di garantire un'adeguata tutela del consumatore. Gli
Stati che fanno parte della Convenzione consentono che le merci
contrassegnate con il marchio comune di controllo circolino nel
proprio territorio senza ulteriori prove di controllo e
marcature, se tali articoli sono idonei per il mercato interno.
Sarà il laboratorio Sagor dell'Azienda speciale 'Arezzo
Sviluppo', istituito dalla Camera di Commercio nel 1990, uno dei
tre laboratori italiani chiamati a controllare e contrassegnare
le produzioni di gioielli dirette verso i 21 Paesi aderenti alla
'Convenzione di Vienna', si spiega in una nota. Il laboratorio è
accreditato in conformità alla norma Iso/Iec 17025:2018 ed è in
grado di effettuare controlli non distruttivi con spettometro a
raggi x, marcatura laser per la punzonatura, certificazioni
aggiuntive del titolo e certificazioni di garanzia del lotto. Il
laboratorio peraltro già esegue anche il saggio facoltativo
'Italia Turrita' che attualmente viene effettuato solo su
prodotti in esportazione verso la Francia e che permette di
eliminare i controlli e le punzonature normalmente previsti
dalle leggi francesi. (ANSA).