Carlo Verdone arriva all'Auditorium
Parco della Musica, più precisamente allo spazio espositivo
AuditoriumArte, con una macchinina bianca biposto. Scende e
parte l'applauso dei presenti. Nessun film o serie da celebrare.
Protagonista oggi è il suo sguardo, uno di quelli silenziosi,
privati: il frutto di una sua passione intima, la fotografia.
Qualche giorno fa è stata aperta a Roma la sua mostra,
visitabile fino al 2 marzo 2025, intitolata 'Il colore del
silenzio'.
"Io cerco quotidianamente il silenzio - rivela all'ANSA
Verdone - faccio un lavoro in cui sono sempre travolto da mille
facce, voci, primi piani. Qua non c'è l'elemento umano. C'è la
luce della natura, che non creo io". Quando non è sul set,
infatti, l'autore visita sempre "i soliti cinque, sei, sette
posti" e punta l'obiettivo al cielo.
La mostra è un viaggio attraverso le immagini di nuvole, albe
e tramonti. "Siamo estremamente orgogliosi di ospitare la mostra
fotografica Il colore del silenzio - ha dichiarato l'Ad della
Fondazione Musica per Roma, Raffaele Ranucci - che rappresenta
per noi e per la città di Roma un regalo, un viaggio intimo e
sorprendente per tutti i visitatori e spettatori dell'Auditorium
Parco della Musica Ennio Morricone nell'universo creativo di
Carlo Verdone"
L'ispirazione che guida Verdone proviene sia dall'arte
pittorica, dalle opere del futurista e divisionista Luigi
Russolo fino ai maestri come Tiepolo, Monet, Turner e Constable,
che lo spingono a puntare l'obiettivo verso l'alto, sia dalla
musica, in particolare dalle composizioni strumentali
elettroniche di Brian Eno, Philip Glass, David Sylvian e Robert
Fripp.
"Chi si fosse illuso di vedere 'solo' paesaggi - afferma
Elisabetta Sgarbi - potrà meravigliarsi del fatto che Carlo
Verdone sta raccontando i suoi stati d'animo più reconditi,
illustrandoli non con le parole ma con le forme accidentali,
ondivaghe, cangianti della natura. A me pare che stia componendo
una sua autobiografia musicale in immagini. Come una galleria di
preludi, fantasie e impromptu".
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