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Rossana Casale, il jazz è casa mia ma non è ossessione

Rossana Casale, il jazz è casa mia ma non è ossessione

Esce l'album Almost Blue, dedicato al colore della malinconia

ROMA, 27 settembre 2024, 18:34

di Claudia Fascia

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cosa fare per non perdere se stessi, per rimanere fedeli alla propria storia e ai propri valori (musicali), senza allo stesso tempo risultare retrò e fuori tempo. È partita da questa riflessione, Rossana Casale, quando la "necessità" di un nuovo album ha bussato alla sua porta. "Era una giornata di sole di un anno fa, camminavo in spiaggia a Viareggio e mare e cielo si specchiavano e si fondevano sulla linea dell'orizzonte, era come se fossi immersa nel blu, Un momento mistico". Da lì è nata l'idea e la voglia di dedicare un intero album, un vero e proprio concept, "al colore che rappresenta da un lato la malinconia e il dolore, dall'altro la speranza e la spiritualità. Per Miles Davis era il colore dei colori, perché raccoglie tutti i sentimenti dell'animo umano e io sono voluta andare incontro a me stessa, fare un punto, perché ad un certo punto della vita è più la strada che hai percorso che quella che hai davanti", racconta l'artista che dopo alcuni anni si cimenta di nuovo con un lavoro totalmente jazz, Almost Blue, fuori dal 27 settembre per Giotto Music/Egea.
    "Per me il jazz è sempre stato casa. Da quando bambina risuonava tra le stanze la mattina, dai dischi di mio padre.
    Nella sua creatività trovo la salvezza, ma senza che sia un'ossessione. In questo momento in cui rap e trap la fanno da padroni, non ho timore a camminare dall'altra lato del fiume e ad andare per la mia strada. Del resto ognuno ha il suo ruolo e ogni fase ha un suo dopo". L'alternativa, spiega, è cedere alla tentazione di fare la simpatica giovanilista per rimanere al centro dell'attenzione, magari con improbabili feat spesso dettati dalle dinamiche discografiche più che da veri e propri incontri artistici. "Anche se devo dire che ci sono collaborazioni particolarmente riuscite. Penso a Loredana Bertè con i Boomdabash. O a Roberto Vecchioni con Alfa all'ultimo festival di Sanremo. Gli artisti con più esperienza possono dare credibilità ai più giovani, che sono passati attraverso l'inferno del lockdown e ora sono in cerca della loro identità, magari camminando sulle orme di altri per sentirsi più sicuri.
    Io lavoro molto con i ragazzi, ma finora non è capitato di collaborare con qualcuno di loro. Già io percorro una strada in salita, fatta di ciottoli e rami: è difficile condividerla con qualcuno".
    Rossana Casale rivendica le scelte fatte nella sua vita, anche quelle che andavano controcorrente e contro ogni decisione razionale. "Dopo il successo a Sanremo a fine anni Ottanta, prima con Brividi, poi con Destino, la vita mi ha attraversato in pieno. Ho perso un figlio al settimo mese di gravidanza, sono stata in pericolo di vita e di colpo sono cresciuta. Cambio direzione, contro il parere di molti: taglio i capelli, accantono il mondo del pop e capisco di appartenere al mondo jazz".
    Almost Blue, il cui titolo è un omaggio al brano composto da Elvis Costello del 1982 per Imperial Bedroom e poi reinterpretato da Chet Baker, raccoglie brani del repertorio del jazz, dagli anni Trenta ad oggi, e un inedito scritto a quattro mani con il pianista Luigi Bonafede, Shades of Blue, uscito a giugno. Undici brani in cui ricorre nel titolo la parola blu, che viene sviscerata nei testi in tutte le sue declinazioni.
    "Senza spocchia, ma con l'amore che ho sempre avuto per la musica e con l'obiettivo di dare vita a un album jazz accessibile a tutti. Almost blue, ovvero quasi blu, perché non si è mai certi di quello che si è veramente. Quasi integri, quasi sinceri, quasi seri, quasi generosi, quasi innamorati, quasi impegnati, quasi centrati, quasi uguali a ieri...".

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