Se fosse un incontro di boxe, nel suo nuovo album 'È finita la pace', pubblicato il 13 dicembre a sorpresa, Marracash sarebbe il pugile che mette l'algoritmo all'angolo e lo prende a pugni. In modo leale ma duro, per vincere l'incontro senza aspettare la conta dei punti dei giudici a bordo ring. "Porto a termine un percorso fatto di tre album. Ho abbracciato la mia identità e definito il mio genere musicale: si chiama genere Marracash".
Tredici canzoni che tracciano una filo rosso tra il cantautorato e l'hip hop, in cui il rap incontra Ivan Graziani e anche i Pooh campionati per il pezzo che dà il titolo a tutto l'album e per 'Soli' ("È la musica con cui sono cresciuto" dice Marra) e che segnano un punto di arrivo di una personalissima presa di coscienza, iniziata qualche anno fa con la pubblicazione di 'Persona' è poi ancora di 'Noi, Loro, gli Altri'. Un viaggio per round, dalla presa di coscienza della crisi, fino all'accettazione, passando per lo scontro.
Dell'essere differente e del non voler piacere a chi, a Marracash, non piace.
"Per essere te stesso devi scegliere - ha raccontato l'artista - e in tanti non lo fanno perché abbracciare un'idea è rischioso. Oggi sono rassicurato dal sapere che c'è anche un'altra via e che c'è un pubblico ricettivo che questa via può anche portarla ad alti livelli".
Fabio Rizzo, per tutti Marra, sa di essere un peso leggero del pugilato-musicale, di quelli che lavorano incessantemente sull'efficacia dei propri pugni, che devono andare a segno subito per togliere il fiato, per stordire e disorientare l'avversario, magari peso massimo, la cui reazione sarebbe difficile da incassare. È tecnica, lavoro al sacco (studio), precisione che alla fine premia.
Pugni taglienti, quelli di 'Power slap' come quelli di 'Crash' e 'Gli sbandati hanno perso'. L'avversario poi, ha tanti volti. Uno su tutti, l'algoritmo dei numeri che ingabbiano la musica. "Siamo diventati algoritmi noi stessi - ha detto ancora Marra - quando ci mettiamo in sette in uno studio per trovare la ricetta giusta di una canzone che deve piacere. Questo è un album che ho voluto personale, senza collaborazioni e senza autori". 'È finita la pace' arriva anche dopo il successo di 'Marrageddon', doppio evento live che ha riunito nel nome del rap a Milano e Napoli 140.000 spettatori. "Finito quel meccanismo ho sentito un forte senso di vuoto - ha raccontato la voce e la penna delle nuove 'Detox/Rehab', 'Vittima' e della provocatoria 'Troi*' ("riferito a me stesso" a specificato lui) - e un silenzio assordante. Da li ho deciso di provare a disintossicarmi dal mio problema con i sonniferi. Ho passato del tempo con le persone della mia vita, oltre il lavoro".
Sulla cover dell'album campeggia una gigantesca bolla, protagonista dell'artwork della copertina, affidato a Corrado Grilli (in arte Mecna). "Viviamo in un'epoca di bolle - ha spiegato Marracash - dall'arte al mercato immobiliare. Questo disco è la mia bolla di 50 minuti, dove il marketing sta a zero, in un momento storico di musica appiattita e poco interessante.
Apparentemente c'è tanta libertà, ma c'è un forte giudizio che comincia dai social. Tutto è diventato misurabile".
La pubblicazione a sorpresa dell'album, per Marracash, è stata anche l'occasione per annunciare il raddoppio allo Stadio di San Siro per una delle tappe del prossimo 'Marra Stadi 25', carrellata italiana di live negli stadi da Nord a Sud, con partenza fissata il prossimo 6 giugno da Bibione.
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