(di Francesco De Filippo)
Scenografia scintillante con
spunti divertenti e intelligenti soluzioni e cantanti e attori
molto bravi: è "Anastasia. Il musical" in scena al Teatro
Rossetti di Trieste. Lo spettacolo calca con collaudata
sicurezza lo stage tra gli sfarzi della corte Romanov a San
Pietroburgo/Leningrado e un regime bolscevico che la spodesta
militarmente ma che non infiamma il popolo anche se nasconde un
cuore sotto il rigore della divisa. È il 1916, lo zar Nicola
festeggia i 300 anni della dinastia dei Romanov al potere,
quando irrompono le bandiere rosse dei rivoluzionari. Anastasia
è la storia (forse) vera della granduchessa Anastasija
Nikolaevna Romanova, quartogenita dell'imperatore Nicola II di
Russia e dell'imperatrice Alessandra, una famiglia sterminata
dai bolscevichi.
Solo sulla sorte di Anastasia rimase inizialmente qualche
dubbio poiché non si trovò il corpo e si pensò che potesse
essere sfuggita al massacro. Un'ipotesi che schiuse vari scenari
con donne che si spacciarono per la Romanov: Anna Anderson,
Eugenia Smith, Magdalen Veres e soprattutto Ivanova Vasileva di
cui non si è mai riusciti a rintracciare la provenienza.
In Anastasia al Rossetti una ragazza, Anya (Sofia Caselli),
che ha perso la memoria e ha girovagato per la Russia, a
Leningrado conosce Dimitri (Cristian Gatto), uno spiantato che
si arrangia nella società disorientata post zarista, e il conte
decaduto Vladimir Popov (Nico Di Crescenzo) truffatore e
geniale. I due le propongono di fingere di essere Anastasia e
raggiungere Parigi per incontrare Maria l'imperatrice (Carla
Schneck) riparata in Francia, nonna della granduchessa. Se la
sovrana la riconoscerà come la nipote offrirà una ricompensa a
chi le ha condotto la ragazza. La giovane accetta e, proprio
perché senza più memoria, si trova davanti a un bivio
pirandelliano: è davvero una Romanov o è una ragazza che non
saprà mai nulla di se stessa? Vorrebbe saperlo anche Gleb (Brian
Boccuni), ufficiale rivoluzionario che indaga sul caso e che di
Anastasia è innamorato.
Solo al termine si saprà quella che potrebbe essere la verità
(non storica) e che il pubblico intuisce nello svilupparsi dello
spettacolo tra scene rutilanti, ologrammi, treni che
attraversano l'Europa verso la capitale francese e una comunità
di nobili russi che si incontra in un locale parigino, la Neva,
dove con il bere tentano di sfuggire alla nostalgia.
Presentato dai produttori di The Phantom of the Opera e
firmato dallo stesso regista, Federico Bellone, Anastasia è a
Trieste (fino al 15 dicembre 2024) in anteprima nazionale, con
le musiche di Lynn Ahrens e Stephen Flaherty e il libretto di
Terrence McNally, tratto dal cult di animazione del 1997 e dal
film Premio Oscar del 1957 con Ingrid Bergman.
Lo spettacolo esercita un forte richiamo su Trieste a
giudicare dal teatro sempre sold-out. Sul palco si esibisce una
ventina tra attori, ballerini, cantanti.
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