Un appello all'unità che nel giro di
poche ore si trasforma in un nuovo scontro tra Pd e 5 stelle. Ad
accendere la miccia un'intervista della vice di Conte, Chiara
Appendino, che su La Stampa rivendicava l'indipendenza
pentastellata chiudendo le porte ad ogni tipo di tavolo
programmatico con i dem. Una chiusura che la leader democrat,
impegnata nell'assemblea nazionale del partito, prova a
dirottare su un binario di pacifico confronto: "Cercheremo di
lavorare insieme alle altre forze politiche con disponibilità e
senza vocazione egemoniche", ha detto dal palco dell'Auditorium
Antonianum sottolineando che "unità è la parola chiave di
costruzione di un'alleanza progressista attorno a un progetto
coerente".
"Oltre a invocare unità e a dirsi testardamente unitari - è
la replica dell'ex sindaca di Torino - bisogna essere
testardamente coerenti. Non bastano parole e appelli, entriamo
nel merito. Per Schlein il Pd non sta tradendo le ragioni
progressiste sulla nomina di Fitto, sul voto a Von der Leyen,
sul Salva Milano e sull'escalation militare? Non scappiamo dai
problemi, cara Elly, assumetevi le vostre responsabilità",
l'accusa.
"Non perdiamo tempo nelle polemiche con gli altri, neanche
quando ci chiamano direttamente in causa", è quindi la
controreplica della leader dem. "La parola unità è difficile da
praticare, ma so anche che ogni volta che perdiamo energia
ingaggiando la polemica sottraiamo spazio alle grandi questioni,
ai problemi delle persone. Non lasciamo spazio alla destra alla
distrazione di massa".
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