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Alcolizzati, violenti, drogati, depravati sessuali: arroganti e impuniti, i bad boys del calcio vivono un’esistenza esagerata e sregolata, sospesa tra campo e follia. Una vita spericolata che spesso ha solo rovinato l'immagine pubblica di giocatori, ma qualche volta ha portato alcune stelle in galera, altre in centri di recupero, pochi alla redenzione, mentre la maggior parte l’ha sempre fatta franca.
Oggi come ieri, non mancano gli esempi. Che siano semplicemente 'bad boys' - il soprannome che dal City in poi è rimasto attaccato a Mario Balotelli, prototipo contemporaneo del genere e non solo per i tabloid - o becerume, tracimato spesso oltre il confine della legalità, una prepotenza armata da una popolarità ricca e smisurata in un mondo sordo e autoreferenziale, dove l’unica regola conosciuta, e rispettata, è quella del fuorigioco. Fuori dal campo, senza arbitri, i pazzi del calcio – come da recente definizione di France Football – si trasformano in soggetti ingestibili, imprevedibili. Incapaci di controllare le primarie pulsioni sessuali. Così da finire a letto con le mogli sia dei compagni di squadra (John Terry) che dei loro stessi fratelli (Ryan Giggs). Amori fedifraghi, ma almeno consenzienti. Altri (l’ex romanista Mancini) sono finiti dietro le sbarre per violenza sessuale, altri perché alla fidanzata hanno sparato (un altro brasiliano, l’ex portiere del Flamengo Bruno Fernandes). Fortunatamente non aveva cattive intenzioni Ashley Cole, quando è stato sorpreso in possesso di una pistola nel ritiro del Chelsea, mentre Craig Bellamy ha quasi rotto una gamba ad un compagno brandendogli contro una mazza da golf. Aveva bevuto un bicchiere di troppo, si sarebbe giustificato in seguito. Come Nicklas Bendtner, che prima ha minacciato un tassista, poi si è slacciato i pantaloni strusciandosi sul finestrino. L’ultimo capolavoro di un vero gentleman, come Vinnie Jones che per immortalare la sua fama (meritata) di difensore-hooligan ha pubblicato con orgoglio un Dvd con tutte le sue prodezze spacca-gambe. Quella che lo rese famosa era però una clamorosa stretta ai genitali a Gascoigne. Nell'antologia avrebbe meritato una citazione speciale Roy Keane, che con un tackle vendicativo ha posto fine alla carriera di Alf-Inge Haaland. Così il rettangolo verde si trasforma nel campo delle rappresaglie dove El Hadji Diouf sputa ai tifosi del Celtic, Zinedine Zidane onora il suo talento con una testata, Eric Cantona si cimenta in acrobazie marziali. Personalità debordante e carattere fumantino, il francese – oggi attore - è stato appena arrestato per aggressione. Joey Barton invece era stato fermato dalla polizia per una scazzottata in allenamento: con un destro aveva staccato la retina all’ex Lazio Ousmane Dabo. Poteva finire peggio a Patrick Battiston quando nella semifinale mondiale del 1982 Harald Schumacher aveva attentato alla sua vita con una uscita omicida. Il portiere è una sentinella, scriveva Umberto Saba. Ma di certo non si riferiva a Rene Higuita, in Colombia conosciuto come 'El Loco', condannato per il rapimento di una bambina di 11 anni. Nè a José Luis Chilavert, sei mesi in galera per documenti falsi, e neppure al pluriarrestato Mark Bosnich: picchiava indistintamente i paparazzi e la fidanzata. Era un alcolizzato. Come George Best, come Adriano, come Tony Adam, come Paul Gascoigne. Al fuoriclasse Maradona spetta un posto a parte. Esagerato nella vita, come in campo.