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'Anima reatina', viaggio in un Lazio nascosto e 'lento'

'Anima reatina', viaggio in un Lazio nascosto e 'lento'

Natura, arte, religione e sport nella provincia centro d'Italia

15 maggio 2024, 14:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ROMA, 15 MAG - Basta lasciare il Grande Raccordo Anulare di Roma, e il Lazio è subito campagna; tuttavia; se poi ci si spinge verso Rieti, la Natura sommerge il viaggiatore, accogliendolo nel verdissimo centro geografico d'Italia (che si trova per l'esattezza nel cuore del capoluogo). Per far scoprire questo tesoro poco conosciuto, sede ideale di un turismo lento, è nata 'Anima reatina', un progetto di promozione territoriale concepito da Diego Di Paolo, esperto di turismo di livello internazionale, e che mette insieme 40 comuni della provincia e circa 150 imprenditori e associazioni private. Il progetto copre le valli del Turano, dell'Olio, del Velino, del Salto e la Valle Santa Reatina.
    Il manto verde - la zona è una delle più ricche d'acqua dell'intera Europa - che ricopre il reatino è punteggiato da borghi di straordinaria bellezza, fuori dal caos e dal turismo di massa. Per esempio il minuscolo Labro (pare che gli abitanti effettivi siano non più di 50), dal quale si vede l'umbro lago di Piediluco, eretto nel 956 dalla famiglia Nobili Vitelleschi, le cui discendenti vivono ancora nella rocca: Giacinta e Francesca accolgono i visitatori nella splendida, storica residenza, tra cimeli che si perdono nei secoli e un archivio privato di documenti dal valore inestimabile. Le storie che si ascoltano aprono uno spaccato sulla Storia, passata tra queste mura. Nascosto tra le cordonate, un ristorante d'eccellenza: Radici, che offre una cucina locale rivisitata, a cura dello chef d'esperienza internazionale Marco Mattetti.
    Come Labro, anche Leonessa è bandiera arancione del Touring Club Italiano. Fondata da Carlo I D'Angiò nel 1278: non a caso il simbolo della città (ha il titolo di città) è l'imponente Torre Angioina. Ha una bella chiesa, la cui costruzione è iniziata nel XIII secolo, San Pietro, la cui facciata è coperta da pietra 'mortadella', così detta per i colori rosa e bianco. E proprio da Leonessa partirà il nuovo cammino di San Giuseppe da Leonessa, di circa 164 km. È un percorso circolare: parte e torna a Leonessa (la prima tappa arriva a Borbona e a seguire Capitignano che è già in Abruzzo).
    La Storia la fa da padrona anche a Antrodoco, sulla Via Salaria, dove si svolse la prima battaglia risorgimentale italiana del 1821. Da vedere la chiesa Santa Maria Extra Moenia, edificio romanico con il vicino Battistero, un unicum nella zona per la pianta esagonale. Ma c'è anche il presente: sulle mura di diversi edifici di Antrodoco ci sono tante opere di street art.
    Da scoprire anche Contigliano, piccolo borgo a soli 7 km da Rieti, nella Valle Santa reatina, solcato dal Cammino di Francesco. Da vedere La Collegiata, ovvero la chiesa di San Michele Arcangelo. E a proposito di cammini, il reatino vanta la più alta concentrazione del centro Italia di Cammini le cui origini risalgono a tempi remoti, come il cammino di Francesco, con i quattro Santuari di Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo e Greccio di cui nel 2023 si sono festeggiati gli 800 anni dal primo Presepe vivente di San Francesco. In totale quattro santuari abbarbicati sui costoni rocciosi delle montagne che circondano la valle, disposti in modo da formare un'enorme croce, da cui l'appellativo di Valle Santa. Tra gli altri Cammini, quello di San Benedetto, quello dei Briganti, il sentiero europeo E1, passando per il Cammino di San Pietro Eremita e quello delle Terre Mutate.
    (www.animareatina.it/itinerari/ per saperne di più).
    Per chi cerca luoghi di forte spiritualità, tappa imperdibile è il santuario di Fonte Colombo: San Francesco lo scelse, nel settembre nel 1223, per dedicarsi al digiuno e alla preghiera, insieme a Frate Leone e Bonizio da Bologna. Dopo avervi dimorato per 40 giorni dettò la Regola dei Frati Minori (detta "regola bollata"), che fu approvata da Papa Onorio III, il 29 novembre 1223.
    La zona è anche ricca di tradizioni popolari, come quella dei bravissimi Poeti del canto a braccio in ottava rima che, con quest'arte che nasce a Bacugno, girano l'Italia e l'Europa.
    Il reatino è però anche terra di eccellenze alimentari, dall'olio della Sabina, ai vini, fino a prodotti unici come la castagna rossa del Cicolano, il marrone antrodocano o la patata di Leonessa (in attesa di Igp). Per gustare i sapori di questa terra, ci sono luoghi d'eccellenza come il ristorante con doppia stella Michelin a Rivodutri 'La trota', a due passi dalle sorgenti di Santa Susanna, dove il pesce d'acqua dolce domina piatti straordinari e unici. A Rieti città, la cucina più schietta si può assaggiare da 'Duda epicuroteca' o da 'Le tre porte'. Ma il reatino produce anche birre straordinarie, come quelle del Birrificio Alta Quota di Cittareale, il primo con la definizione 'agricolo' del Lazio: il 99.4% dei prodotti usati sono locali. E qui, com'è noto, nasce l'amatriciana e Amatrice, rasa al suolo dal terremoto, lotta per rinascere.
    Infine, lo sport, per niente lento e a livello mondiale: sul lago del Salto, c'è il centro Wakeboard CNVS Wave, sede dei campionati mondiali di wakeboard del 2022 (se li aggiudicò battendo Sydney e Abu Dhabi). Qui ha trionfato la campionessa mondiale Junior Giulia Castelli. (ANSAmed).
   

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