Tra i nomi degli artisti che impreziosiscono il cartellone della 51/esima edizione di Pescara Jazz, tra cui Damien Rice, Diannne Reeves, Dee Dee ridge Water, oppure gli Sharky Puppy e Michael League (vincitori di 5 grammy), spicca quello dei Jethro Tull, nella serata di chiusura della kermesse.
Lunedì 31 luglio, il flauto magico di Ian Anderson tornerà a incantare il Teatro d'Annunzio in uno dei concerti più attesi dell'estate pescarese.
Il musicista
britannico suonerà con i suoi Jethro Tull alcuni dei brani più
significativi della loro discografia decennale, dai dischi di
inizio carriera a 'RökFlöte', il 23/o album uscito lo scoro
aprile. Un progetto che continua a macinare chilometri e date,
stagione dopo stagione. I Tull registrarono e pubblicarono il
loro primo album, 'This Was', alla fine degli anni Sessanta, con
la formazione originale con Glenn Cornick, Clive Bunker, Mick
Abrahams e lo stesso Anderson. Dopo la sostituzione di Abrahams
con Martin Barre, circa altri 30 musicisti si sono avvicendati
nelle file del gruppo, pur lasciando inalterato un marchio che
sopravvive e dura nel tempo.
"I festival dalle giornate con line up articolate non rientrano
tra le mie preferenze - ha detto Anderson in vista della
kermesse del capoluogo adriatico -. Troppo rumore e troppe
persone dietro le quinte. Preferisco, come nel caso di Pescara,
le manifestazioni fatte da una serie di serate dedicate al
singolo musicista. Riesco a concentrarmi meglio ". Il suo stile
e la sua tecnica al flauto sono in continua evoluzione. "Sono
completamente autodidatta - ha aggiunto il musicista scozzese -
quindi nei primi 20 anni ho fatto i conti con vari errori da
principiante! Dagli anni Novanta ho iniziato a suonare flauti di
migliore qualità. Cerco di replicare il mio "vecchio" modo di
suonare, ma utilizzando le diteggiature corrette e le tecniche
insieme alle migliorie che ho apportato negli ultimi 30 anni".
Info: www.besteventi.it.
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