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'Fontamara' in scena all'Annunziata di Sulmona

'Fontamara' in scena all'Annunziata di Sulmona

Produzione del Teatro Stabile d'Abruzzo e Teatro Lanciavicchio

SULMONA, 22 settembre 2023, 18:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Fontamara", il capolavoro di Ignazio Silone, va in scena a Sulmona nell'ambito della rassegna Z.T.iL., zona teatro illimitato, organizzata da ClasseMista, sabato 23 settembre a Palazzo S.S.

Annunziata alle ore 20.30.
    L'adattamento del romanzo, insieme alla drammaturgia è di Francesco Niccolini, musiche originali di Giuseppe Morgante, regia Antonio Silvagni, con Matteo Di Genova, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza.

Una produzione del Teatro Stabile d'Abruzzo in collaborazione con il Lanciavicchio, il Premio Silone, il Comune di Avezzano e il Comune di Pescina.
    "Torno a Fontamara", racconta il drammaturgo Niccolini, "35 anni dopo il mio primo viaggio. Allora avevo 15 anni: la forza disperata dei tre testimoni protagonisti del capolavoro di Silone non mi ha mai abbandonato. Quello stile piano, colmo di dignità e al tempo stesso di umiliazione, l'ironia della scrittura e la ferocia dei potenti. I privilegi dei ricchi, la loro ingordigia, la presa in giro spietata di un mondo destinato al genocidio. Perché un genocidio è stato. Solo che allora non avevo gli strumenti per capirlo. Quando vent'anni fa ho avuto la fortuna di lavorare con Marco Paolini e Gabriele Vacis al Racconto del Vajont, uno dei capitoli più duri da studiare e al tempo stesso esempio di coraggio e forza morale, è stata la lettura dell'arringa dell'accusa, scritta dall'avvocato Sandro Canestrini, ora novantaquattrenne: ne fece un piccolo libro, un autentico pamphlet, che intitolò Vajont:genocidio di poveri.
    Ecco, tornando a Fontamara a distanza di tanti anni, e con molti chilometri e incontri belli e tragici sulle spalle, penso che questo romanzo capolavoro sia un altro capitolo fondamentale per chi ha deciso di raccontare quel genocidio. Ora, insieme agli attori cafoni, come si definiscono loro stessi del Teatro Lanciavicchio, e ad Antonio Silvagni, provo a portare quelle voci e quei fantasmi sul palcoscenico", conclude Niccolini.
   
   

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