Il comparto del caffè è sotto pressione, oramai da tempo, a causa di una rara congiuntura negativa che ha fatto impennare i costi del caffè a livelli mai raggiunti negli ultimi decenni.
"Malgrado tutto, non abbiamo assistito a importanti aumenti di prezzi per il consumatore finale, come si temeva da più parti.
Diciamo solo un inevitabile
e giustificato aggiustamento", precisa Ilaria Saquella, che
parla nelle vesti di vicepresidente del Comitato italiano del
caffè, l'associazione delle imprese di categoria che fa parte
dell'Unione italiana food.
"I fattori negativi sono diversi: dalla speculazione alla
scarsa disponibilità delle scorte sulle Borse mondiali, dal calo
di produzione nei paesi d'origine fino ad arrivare alla crisi
geopolitica e all'instabilità dei differenziali, cioè i prezzi
aggiuntivi che si pagano all'acquisto sul caffè fisico".
Ilaria Saquella è direttore commerciale e marketing della
storica azienda di famiglia, la Saquella 1856, e, da settembre
2023, nel Comitato Italiano caffè affianca il presidente
Giuseppe Lavazza insieme ad altri due vice presidenti, che sono
Mario Bruscino (Caffè Borbone) e Paolo Ongari (Nestlè Italia).
"Il caffè è la seconda commodity al mondo per giro d'affari dopo
il petrolio, quindi è una materia prima che si scambia sul
mercato di Borsa ed è soggetta a significative oscillazioni del
prezzo per effetto della speculazione, come sta avvenendo in
questo periodo", aggiunge Ilaria Saquella. "Inoltre, il suo
consumo avviene in paesi diversi da quelli di coltivazione e, di
conseguenza, la logistica marittima è impattante. Le tensioni
degli ultimi tempi hanno forzatamente ridotto il transito delle
navi dal Canale di Suez: da lì sono scaturiti un aumento dei
costi e una dilatazione dei tempi di consegna del caffè alle
aziende. Diverse torrefazioni hanno dovuto interrompere per
alcuni giorni la produzione per mancanza di materia prima".
Hanno aggiunto negatività e stress anche l'impatto climatico, il
calo di produzione, principalmente in Brasile e Vietnam, che
sono i maggiori paesi produttori, l'inflazione e il cambio
dollaro-euro".
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