Il Museo Nazionale d'Abruzzo ha
mostrato questa mattina la sua ultima acquisizione, il 'Trittico
Dragonetti De Torres', opera del pittore Antoniazzo Romano
(1453/40-1508) e di un suo collaboratore, raffigurante la
Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e
Maria Maddalena, eseguito intorno al 1490.
Realizzato probabilmente come immagine per la devozione
privata, o come pala d'altare destinata ad abbellire la cappella
gentilizia di una chiesa, viene citato per la prima volta da
Luigi Serra nel 1912 nella collezione aquilana dei marchesi
Dragonetti, collocato al primo piano del palazzo Antonelli
Dragonetti De Torres in via Roio a L'Aquila.
Il Trittico si trovava fino alla metà degli anni Trenta del
Novecento nel cosiddetto 'Museo Dragonetti' e fu assegnato ad
Antoniazzo dagli storici dell'arte Bernard Berenson e Raimond
van Marle. Esposto nel 1938 alla mostra dedicata a Melozzo da
Forlì nell'omonima città romagnola, fu conservato nella dimora
romana della famiglia, ma presto se ne persero le tracce.
Dipinto a tempera su tavola, con dimensioni importanti (cm.
129,5 ž 164,1), il Trittico ritorna all'Aquila dopo un'assenza
durata quasi un secolo. I segni delle numerose vicissitudini
sono rintracciabili nella perdita della carpenteria lignea
originale e nel ritaglio dei tre pannelli che, eseguito in epoca
remota, ha causato la rimozione della parte superiore del trono
della Vergine e della porzione inferiore del fregio che corre
sotto i piedi dei personaggi.
"L'attività principale di un museo di territorio come il
nostro - spiega la direttrice del Munda Federica Zalabra - è
farsi interprete del racconto del patrimonio artistico di
riferimento grazie ad opere che ne narrino le vicende e la
storia. L'ingresso di quest'opera nelle collezioni del Museo
Nazionale d'Abruzzo mette a disposizione del pubblico e dona
alla città quanto un tempo era custodito a L'Aquila in un luogo
privato e inaccessibile e sottolinea il ruolo del museo come
casa della cultura dell'intera regione".
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