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In evidenza
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In collaborazione con Comune dell'Aquila
Nel segno del fuoco e della
preghiera come luce. Le parole di monsignor Antonio D'Angelo,
alla sua prima Perdonanza come arcivescovo metropolita
dell'Aquila, creano una connessione tra l'evento celestiniano e
il Giubileo del prossimo anno.
"Siamo prossimi all'inizio del Giubileo del 2025 - ha detto
all'arrivo del Fuoco del Morrone poco prima dell'avvio ufficiale
della 730/a edizione della Perdonanza - e la Chiesa ci ha
invitato a riflettere proprio sul tema della preghiera per
prepararci bene alla celebrazione dell'anno giubilare, così da
attingere alla grazia della misericordia la luce necessaria per
una vita nuova". Un discorso che parte dal fuoco: "Ha tante
caratteristiche, scalda, consuma, purifica, illumina - ha
spiegato l'arcivescovo - La luce, lo sappiamo, è fondamentale
per la vita; la stessa natura ne ha bisogno per portare frutti".
"Nella vita di San Celestino - ha detto ancora l'arcivescovo
- la preghiera è stata la luce che ha accompagnato la sua
esistenza. In quanto eremita, il suo contatto profondo e
continuo con Dio gli ha permesso di capire e scegliere la via da
percorre nei vari momenti della sua vita. Dalla preghiera ha
potuto scrutare la volontà del Signore e ne ha avuto la forza
per compierla. Non è sufficiente sapere, conoscere per essere
nel vero. È necessario fare esperienza e solo così un'idea
diventa realtà, attraverso scelte concrete. Lui nell'incontro
silenzioso con Dio ha trovato la bussola della sua esistenza".
"Anche noi - ha detto ancora monsignor D'Angelo - siamo
chiamati a riscoprire o scoprire il valore della preghiera. È
necessario ripensare a questa dimensione della vita che non è un
optional ma un elemento costitutivo dell'uomo perché possa
trovare quella Luce che gli permette di vivere bene la propria
esistenza. Chi prega trova in se stesso sicurezza anche di
fronte alla fatiche e alle ostilità della vita. La preghiera
permette all'uomo di trovare un orientamento e di dare un senso
a ciò che fa, aprendogli un orizzonte di speranza".
"Questo fuoco - ha detto infine dal palco allestito a
Collemaggio - richiami in ciascuno di noi il messaggio che ci ha
lasciato in eredità San Celestino V, Papa".
In collaborazione con Comune dell'Aquila
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