Quando si parla di investimenti
sostenibili, consulenti finanziari e risparmiatori si capiscono
ancora poco e male. Tuttavia, su questo tema, relativamente
nuovo, l'interesse dal lato della domanda c'è, anche se sono
diffusi i dubbi relativi ai rischi di greenwashing, cioè
all'effettivo conseguimento degli obiettivi di rispetto
ambientale e sociale. È in particolare in questo disallineamento
che c'è spazio di manovra per migliorare il rapporto tra
risparmiatori e consulenti, chiamati sempre di più a svolgere
anche un ruolo come educatori finanziari. Sugli altri temi,
invece, il grado di sintonia tra offerta e domanda di consulenza
è soddisfacente.
È la conclusione cui giunge uno studio (Rapporto 2024 sulla
relazione consulente-cliente. Analisi mirroring su sostenibilità
e investimenti) condotto dalla Consob insieme all'Università di
Roma Tre. L'indagine, giunta alla sua quarta edizione, è stata
effettuata con il metodo cosiddetto "a specchio" (mirroring),
che consiste nel sottoporre lo stesso questionario di domande a
entrambe le parti dell'interlocuzione, consulenti e
risparmiatori, per poi analizzare le sintonie e le distonie
nelle risposte.
In linea con le edizioni degli anni precedenti la ricerca
mette a fuoco in particolare i temi della sostenibilità,
sintetizzati nell'acronimo Esg: E (Environment, cioè ambiente),
S (Social, cioè gli aspetti sociali) e G (Governance, ovvero il
governo societario).
L'analisi, frutto della collaborazione tra la Consob e il
Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università degli Studi
Roma Tre, è stata curata da Paola Soccorso (Consob) e Massimo
Caratelli (Università degli Studi Roma Tre). Hanno aderito al
progetto anche i consulenti dell'Associazione Nazionale
Consulenti Finanziari - Anasf, e parte dei loro clienti.
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