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Giornata dell'ambiente, il turismo aiuti contro la plastica

Giornata dell'ambiente, il turismo aiuti contro la plastica

Onu, settore tornato a crescere ma inquina

ROMA, 25 maggio 2023, 14:08

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La Giornata mondiale dell'ambiente, che si celebra il 5 giugno, quest'anno è dedicata alla ricerca di soluzioni alla crisi dell'inquinamento da plastica. E un settore in cui si concentra l'attenzione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente è il turismo, che contribuisce significativamente a produrre rifiuti di plastica. Otto turisti su dieci visitano le zone costiere e aggiungono rifiuti agli otto milioni di tonnellate di plastica che entrano negli oceani ogni anno. Il legame tra plastica e turismo non è casuale. I prodotti in plastica monouso sono modi efficaci ed economici per rispettare gli standard di salute, sicurezza e igiene da garantire al turista. Molti hotel utilizzano kit di cortesia con bottiglie di shampoo di plastica monouso, spazzolini da denti e pettini. Allo stesso tempo, le navi da crociera scaricano in mare grandi quantità di acque reflue cariche di microplastica. E il rischio dell'aumento di questo tipo di inquinamento è reale se, secondo i dati dell'Onu, gli arrivi turistici internazionali tra il 1980 e il 2019 sono passati da 177 milioni a quasi 1,5 miliardi all'anno e il settore sta tornando ai livelli pre-pandemia, con il doppio delle persone che hanno viaggiato finora nel 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
    Da qui l'importanza, sottolineata dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e dal World Travel & Tourism Council, della necessità di coordinare azioni, politiche e infrastrutture per guidare il settore verso la circolarità. Secondo gli esperti intervenire è più urgente che mai dato che ogni anno l'umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica, due terzi dei quali sono prodotti di breve durata che diventano rapidamente rifiuti. In totale, il 99% della plastica è costituito da sostanze chimiche provenienti da fonti inquinanti e non rinnovabili. La maggior parte della plastica, la cui produzione è aumentata di oltre 22 volte negli ultimi 50 anni, non si disperde mai veramente, ma si rompe e le particelle di plastica vengono ingerite dai pesci o dal bestiame, prima di essere consumate dagli esseri umani attraverso il cibo e l'acqua del rubinetto.
   

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