Le Regioni italiane non sono riuscite
a intraprendere un percorso efficace di attuazione dell'Agenda
2030 per lo sviluppo sostenibile.
Lo attesta il quinto Rapporto sui Territori dell'Alleanza
Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASvis). Tra il 2010 e il
2023, sui 14 Obiettivi di sviluppo sostenibile analizzati, solo
per l'istruzione si registra un miglioramento su buona parte del
territorio, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le
Regioni per povertà, acqua e sistemi idrici, qualità degli
ecosistemi terrestri.
Tra le realtà più virtuose ci sono Lazio, Umbria, Valle
d'Aosta e la Provincia Autonoma di Trento, in grado di
conseguire 12 obiettivi, mentre molte altre Regioni, soprattutto
nel Mezzogiorno, potranno raggiungerne solo 4-6. Guardando al
numero di obiettivi impossibili da raggiungere, i territori più
arretrati sono la Provincia Autonoma di Bolzano, il Veneto, il
Molise, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la
Sardegna.
Il direttore scientifico dell'ASviS, Enrico Giovannini, ha
spronato a "intervenire per cogliere le opportunità del
Regolamento Ue sul ripristino della natura, estendere
l'esperienza dei Climate city contract per la riduzione delle
emissioni, investire in rigenerazione urbana e politiche
abitative per ridurre le disuguaglianze sociali, disegnare
strategie innovative per montagne e aree interne".
"Dal Rapporto emergono diverse criticità, che proponiamo di
affrontare con misure concrete, da definire coinvolgendo la
società civile in un dibattito politico, pubblico e culturale",
ha detto il presidente dell'Alleanza, Pierluigi Stefanini,
sottolineando l'importanza che il processo inizi dal basso.
"Nonostante una situazione generalmente difficile, l'Asvis
mette in luce la possibilità di un cambiamento vantaggioso per
tutti, come dimostrano le numerose esperienze virtuose che
maturano nei territori, dalle città alle aree interne", ha
concluso l'altra presidente dell'Asvis, Marcella Mallen.
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