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ANSAcom - In collaborazione con GILEAD
Diffondere lo screening gratuito per l'epatite C su tutto il territorio nazionale e allargarlo a più fasce d'età. Sono questi i principali obiettivi da raggiungere per fronteggiare la patologia secondo Stefano Fagiuoli, direttore Unità complessa e gastroenterologia, e patologia e trapiantologia di Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
"L'Italia è stato uno dei primi Paesi a pianificare e mettere a terra un programma di screening che è partito un po' rallentato per via della pandemia", ha spiegato a margine della presentazione della campagna di sensibilizzazione 'Epatite C.
Mettiamoci un punto' promossa da Gilead Sciences. "Ci sono state alcune regioni che si sono subito attrezzate per implementare un programma attivo, la Lombardia è tra queste, e molte altre regioni purtroppo o non hanno implementato un programma o, pur avendolo, non lo hanno ancora messo a terra organizzando gli screening. Questo è il primo problema: la capillarità e la diffusione su tutto il territorio nazionale".
"L'altro limite - ha aggiunto Fagiuoli -, che era previsto fin dall'inizio, è il range di età a cui è rivolto questo screening, che è per i nati dal 1969 al 1989. Era una corretta valutazione di una tranche di partenza, per una questione di costo ed efficacia dello screening, con la prospettiva di implementare in futuro la fascia di età".
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