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Le macchine di Jean Tinguely in mostra a Pirelli HangarBicocca

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Le macchine di Jean Tinguely in mostra a Pirelli HangarBicocca

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In collaborazione con Pirelli HangarBicocca

In arrivo il 10 ottobre la retrospettiva dell'artista svizzero

MILANO, 08 ottobre 2024, 19:43

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Méta-Maxi, 1986 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Méta-Maxi, 1986 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Méta-Maxi, 1986 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Pirelli HangarBicocca

Con quaranta opere realizzate tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta, a Pirelli HangarBicocca arriva la retrospettiva dell'artista svizzero Jean Tinguely, aperta al pubblico dal prossimo 10 ottobre al 2 febbraio 2025.
    Un percorso espositivo, organizzato in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea, che occuperà i 5.000 metri quadrati delle Navate dello spazio milanese, dando vita ad un'unica coreografia sonora e visiva formata dalle opere più rappresentative dello scultore, da quelle cinetiche seminali alle macchine monumentali.
    La retrospettiva, curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolì con Fiammetta Griccioli, mette in luce la radicalità e la natura sperimentale di Tinguely, che ha incentrato tutta la sua sperimentazione sul superamento della bidimensionalità e sull'assidua ricerca sul movimento della materia e degli oggetti e sul cambiamento continuo, scardinando il concetto di composizione permanente e definitiva. Si tratta della mostra più estesa dell'artista dopo la sua scomparsa nel 1991.
    Le opere meccaniche, il cui funzionamento e movimento sono al centro del lavoro di Tinguely, trovano un legame spontaneo con l'ampiezza dell'edificio ex industriale di Pirelli HangarBicocca, dove il percorso espositivo si apre con due opere monumentali degli anni ottanta realizzate assemblando ruote, cinghie, motori elettrici e componenti meccaniche, e nelle quali il rumore ha un ruolo fondamentale: Cercle et carré-éclatés (1981) e Méta-Maxi (1986). Lungo le navate, poi, la mostra con Méta-Matic No. 10 (1959-2024), una replica dell'opera che, attraverso un piccolo motore meccanico, realizza disegni astratti su carta con pennarelli colorati, fino ad arrivare a Ballet des pauvres (1961), con oggetti di recupero di uso domestico appesi a dei fili e mossi da un motore. La partecipazione dello spettatore diventa quindi parte integrante dell'opera, superando l'idea dell'artista quale unico creatore.
    Seguono Tricycle (1954), Sculture méta-mécanique automobile (1954) e Méta-Herbin (1955), che rappresentano il corpus di opere più storico della retrospettiva. Influenzato dall'astrattismo geometrico dei primi del Novecento, Tinguely realizza scuiture con filo metallico, nominate dal critico d'arte Pontus Hultén Méta-mécaniques, cioè "oltre la meccanica".
    In Ballet des pauvres (1961), Tinguely seleziona oggetti di recupero di uso domestico che appende a dei fili e fa muovere con un motore, producendo un rumore fragoroso. Esposte poi anche quattro sculture (del 1962 e 1963) composte da parti metalliche di recupero, piccoli oggetti come piume o altri elementi organici che le rendono volutamente spiritose, oltre a opere piccole dimensioni, composizioni giocose realizzate con oggetti trovati ed elementi che riprendono la cultura popolare. Le gorille de Niki (1963) riprende l'iconico gorilla del film King Kong (1933), Vive la muerta (1963), invece, presenta una figura scheletrica su un cavallo che impersona la morte. L'opera che chiude la mostra, Le Champignon magique (1989), è una delle ultime collaborazioni tra Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle, duo artistico e compagni nella vita. La scultura ha la forma di un gambo di fungo, diviso in due sezioni distinte che simboleggiano la complementarità tra i due artisti.
    La retrospettiva in Pirelli HangarBicocca, che si apre a ridosso dei cento anni dalla nascita dell'artista, è anche l'occasione per ricordare al pubblico il profondo rapporto di Jean Tinguely con Milano dove ha realizzato alcuni dei suoi progetti più ambiziosi come La Vittoria (1970), l'iconica performance-spettacolo realizzata di fronte al Duomo. Nella stanza Lab, i visitatori trovano un approfondimento documentativo sulla scultura di forma fallica alta decine di metri (chiamata dall'artista anche Il suicidio della macchina) che il 28 novembre 1970 lanciò petardi in cielo per quasi mezz'ora, con in sottofondo la celebre canzone 'O Sole Mio.
   
   

ANSAcom - In collaborazione con Pirelli HangarBicocca

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