La fuga all'estero degli ingegneri tunisini incide gravemente sulla stabilità del Paese, sul suo livello di crescita e sulla sostenibilità dello sviluppo economico e sociale, riducendo la capacità della Tunisia di garantire la transizione digitale, energetica e ambientale, si legge nello studio. Quest'ultimo ha inoltre rivelato che la fuga degli ingegneri all'estero ha reso difficile ricoprire posti di insegnamento e di ricerca, ostacolato le iniziative di ricerca, aumentato la dipendenza tecnologica e ridotto la capacità della Tunisia di attrarre investimenti esteri.
Negli ultimi due decenni, il numero di ingegneri che ha lasciato la Tunisia per impiegarsi all'estero è aumentato da 972 nel 2000 a 1.936 nel 2010, raggiungendo le 3.000 unità all'anno dopo il 2014. A tal fine, lo studio propone diverse soluzioni per contribuire a mantenere gli ingegneri in patria.
Tra esse, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la semplificazione delle procedure di lavoro a distanza, la revisione degli stipendi, il miglioramento dei corsi di formazione professionale e l'adattamento del sistema educativo alle esigenze del mercato del lavoro. Tra le soluzioni figurano anche il rafforzamento delle infrastrutture, come l'installazione della rete internet ad alta velocità negli istituti di ricerca o il sostegno a lungo termine da fornire alla ricerca scientifica. (ANSAmed).
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