"Con questa mostra vogliamo sottolineare l'importanza del Cristianesimo nel nostro presente", ha detto ad ANSAmed Lina Annab, ministra del Turismo e delle Antichità del Regno Hashemita di Giordania.
"Il nostro è un messaggio di pace,
solidarietà, umanità e amore, particolarmente importante oggi.
Sono in molti a sorprendersi per il numero dei cristiani
presenti in Palestina o in Giordania, ma quella cristiana è una
parte integrante della nostra identità perché il Cristianesimo è
nato in Giordania, con Gesù battezzato nel fiume Giordano da
Giovanni Battista", ha continuato ricordando la convivenza di
cristiani e musulmani nel Paese.
"Nonostante le differenze di religione o di lingua, ciò che
ci unisce è maggiore di ciò che ci divide", ha dichiarato Annab
salutando i partecipanti all'inaugurazione della mostra, che
attraverso 90 reperti narra la storia del Cristianesimo dai suoi
albori fino ai giorni nostri.
"Questi reperti sono visibili per
la prima volta fuori dalla Giordania e sono stati selezionati da
luoghi patrimonio dell'Unesco o da siti di pellegrinaggio
riconosciuti dal Vaticano".
A proposito di quest'ultimo, la ministra del Turismo giordano
ha sottolineato "gli eccellenti rapporti" fra le due parti, con
i 30 anni di relazioni bilaterali tra la Giordania e la Santa
Sede di cui la mostra vuole essere una tangibile celebrazione.
L'evento coincide inoltre con il Giubileo a tema 'Pellegrinaggio
della Speranza' e con il 60esimo anniversario della visita di
Papa Paolo VI in Giordania nel 1964, cui sono seguite quelle di
Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e infine Papa Francesco nel
2014, durante il suo pellegrinaggio nella Terra Santa. La
mostra, al Palazzo della Cancelleria, sarà aperta al pubblico
con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria sul sito
www.mostragiordania.com.
"Quella in esposizione è solo una piccola parte di quanto la
Giordania ha da offrire", ha affermato Annab. "Invito quindi chi
verrà a vedere la mostra e ne sarà stimolato alla visita diretta
dei nostri siti. Sperimenterà l'accoglienza di una terra che è
un mosaico armonioso di cristiani e musulmani e di cui siamo
davvero orgogliosi, nell'impegno di continuare su questa
strada". Un impegno più importante che mai. (ANSAmed).
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