Ad Al-Mawasi, dichiarata "zona sicura" anche per l'accesso agli aiuti umanitari, si registra la più alta concentrazione di persone al mondo rimaste letteralmente senza cibo, acqua e servizi igienici". I bambini, intanto, continuano a morire di fame, ha sottolineato il portavoce. "Solo pochi giorni fa abbiamo appreso che altri due bambini sono morti di fame a Beit Lahiya - ha proseguito -. Il bilancio delle vittime per mancanza di cibo e acqua è ora di 31 persone. Ma questi non sono solo numeri: rappresentano un destino indicibile per tanti bambini e il lutto delle loro famiglie. Oltre al cibo in questo momento anche l'acqua pulita è quasi introvabile, accelerando la diffusione di malattie".
"Ogni giorno che passa senza un cessate il fuoco significa che altre vite andranno perse. Non c'è più tempo - ha concluso Pezzati -. Per questo, lo ribadiamo ancora una volta: i leader mondiali devono esercitare ogni forma possibile di pressione diplomatica su tutte le parti in conflitto, affinché accettino un cessate il fuoco permanente. Pretendendo immediatamente che Israele consenta l'ingresso a Gaza degli aiuti necessari a impedire che altri bambini palestinesi muoiano di fame. È poi fondamentale che la distribuzione possa avvenire in sicurezza dentro la Striscia rimuovendo tutte le restrizioni e i posti di blocco che la rendono ad oggi di fatto quasi impossibile".
(ANSAmed).
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