Due autobus con i vetri oscurati hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania, poco dopo l'una di notte, ora locale.
Subito dopo
è arrivato il comunicato ufficiale: "Questa sera, 90 terroristi
sono stati (...) rilasciati" dalla prigione militare di Ofer, in
Cisgiordania, e da un centro di detenzione di Gerusalemme,
afferma l'Autorità carceraria israeliana mentre la folla
esultava al passagio dei bus.
Tra i detenuti c'è Khalida Jarrar, quasi un personaggio
storico dell'attivismo palestinese: ha 62 anni ed è una
componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione
della Palestina, organizzazione attiva fin dagli anni '60,
protagonista anche della Seconda Intifada e che da Israele,
Stati Uniti e Ue è designata come organizzazione terroristica.
Khalida Jarrar - attivista per la difesa dei diritti umani e che
proprio sui diritti dei detenuti palestinesi ha guidato
importanti battaglie - è stata deputata, eletta al Parlamento
palestinese nel 2006 e nell'ultimo decennio è stata a più
riprese arrestata e rilasciata, sebbene mai condannata per
coinvolgimento diretto nelle azioni militari del Fronte
Popolare. Nel 2007 le è stato vietato di viaggiare all'estero,
divieto poi revocato nel 2010 per consentirle di ricevere cure
mediche in Giordania. Nel 2015 la sentenza è stata di 15 mesi di
detenzione per incitamento e appartenenza a un'organizzazione
vietata e l'arresto più recente nel dicembre 2023, con gli
ultimi sei mesi trascorsi in isolamento in una piccola cella,
stando ad alcune indicazioni. Dal suo ingresso in carcere oltre
un anno fa non è stato consentito nemmeno al marito, Ghassan
Jarrar, di farle visita in prigione, come lui stesso ha
denunciato in una recente intervista. Un precedente legato ai
suoi periodi in carcere riguarda la morte della figlia Suha, nel
2021, a Khalida fu negato un permesso su basi umanitarie per
partecipare al funerale.
Tra le altre donne che compaiono nella lista ci sono Dalal
Khaseeb, di 53 anni, sorella dell'ex vice comandante di Hamas
Saleh Arouri, ucciso in un attacco israeliano in un sobborgo
meridionale di Beirut un anno fa. Poi Abla Abdelrasoul, 68 anni,
moglie del leader del Fplp Ahmad Saadat, che nel 2001 uccise un
ministro israeliano e sta scontando una condanna a 30 anni. Ci
sono poi 21 minorenni e fra questi il più giovane ha 15 anni, si
chiama Mahmoud Aliowat ed è accusato di un attacco a Gerusalemme
nel 2023.
Sulla base della lista pubblicata dal ministero della
Giustizia, in questa prima fase dell'attuazione dell'accordo è
prevista la liberazione di detenuti arrestati dal 2020, tra cui
66 solo nell'ultimo anno. Cinque sono sospettati di tentato
omicidio, tre di omicidio e sette di aggressione. Dieci sono già
stati condannati, 31 sono detenuti senza processo e 51 sono in
attesa di giudizio. Al Jazeera fornisce altri dettagli
sull'elenco e indica 76 prigionieri provenienti dalla
Cisgiordania e 14 da Gerusalemme Est. (ANSAmed).
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