Nella diga della Camastra - che
serve 29 comuni, compreso il capoluogo di regione, cioè circa
140 mila persone - sono rimasti 420 mila metri cubi di acqua. E'
uno dei dati emersi nel pomeriggio, a Potenza, durante la
riunione dell'unità di crisi che ha varato l'uso dell'acqua del
fiume Basento per sostenere le condotte al servizio dei 29
comuni dello schema idrico.
Bardi, in una nota dell'ufficio stampa della giunta
regionale, ha spiegato che si sta facendo "il possibile per
fronteggiare un'emergenza che non ha precedenti nella storia
della Basilicata, mettendo in campo soluzioni tecniche frutto di
studi e valutazioni di professionisti del settore". Il
presidente della Regione e commissario all'emergenza, ha
sottolineato che "nessuna istituzione espone a rischi la salute
dei cittadini. È suo compito proteggere la popolazione
attraverso una serie di politiche mirate. Premessa - ha aggiunto
- che va ricordata a chi in questi giorni, in una caccia
all'untore, parla di allarme sociale in relazione ai lavori che
porteranno acqua dal fiume Basento". Bardi ha detto che l'unità
di crisi "comprende le preoccupazioni dei cittadini ma respinge
le accuse di sciatteria, negligenza o pressapochismo,
addirittura esponendo la comunità a condizioni che minerebbero
la salute pubblica. Saremmo i primi a evidenziare un rischio, un
benché minimo fattore negativo".
Durante la riunione è stato deciso che l'acqua del Basento
sarà controllata più volte e che le verifiche avverranno anche
all'arrivo e all'uscita dal potabilizzatore di Masseria
Romaniello. Venerdì, a Potenza, durante una riunione in
programma in prefettura, sarà varato "un sistema di vigilanza
costante" lungo tutto il Basento "per evitare e sanzionare
scarichi abusivi".
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