"Per me era fondamentale iniziare da Reggio.
Perché questa terra è in qualche modo la mia seconda patria.
La Calabria e Reggio sono l'Italia. Quello che
accade qua non è una cosa attinente solo a questa terra ma ha
ripercussioni in tutto il nostro Paese". Lo ha detto il regista
Claudio Camarca presentando la docuserie "Avamposti" che andrà
in onda sul canale Nove il 14 febbraio alle 21,25. La prima
puntata sarà dedicata alla stazione reggina del Rione Modena
guidata dal maresciallo Giuseppe Amato. Proprio per questo, la
conferenza stampa si è tenuta al Comando provinciale di Reggio
Calabria.
Oltre alla città dello Stretto, la seconda stagione di
"Avamposti" ha riguardato anche Torino, Milano e Catania.
"È una docuserie particolarmente interessante - ha detto il
colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale - perché mette
in luce quella che è la vita quotidiana della stazione dei
carabinieri che è il reparto più a diretto contatto con il
territorio e che meglio conosce le realtà che sono affidate alla
sua cura. Un reparto che è fondamentale per lo sviluppo delle
attività più complesse".
Se per il maresciallo Giuseppe Amato, "è stata tra le più belle
esperienze da quando sono arrivato", secondo il colonnello
Massimiliano Galasso, "la serie da un'altra prospettiva che è la
nostra prospettiva. Questa volta riuscirete a vedere anche la
nostra giornata tipo".
"La cosa per me più importante - ha sottolineato Camarca - è la
collaborazione tra il cittadino e i carabinieri. Ai miei figli
volevo raccontare la parte bella del Paese e per me lo sono i
carabinieri. Un progetto come 'Avamposti' va in onda su una rete
commerciale come la Nove perché la Nove ha avuto lungimiranza".
In sostanza, gli obiettivi della docuserie, per Camarca, sono
due. Il primo è "far raccontare a chi conosce realmente la
materia alcune ombre di questo Paese. E la seconda cosa: io mi
sono un po' rotto di alcune fiction televisive dove si è creata
un'epica di figure che sono l'orrore di questo Paese. Assurgere
a leggenda metropolitana degli spacciatori di cocaina, gente che
ha sciolto nell'acido dei bambini, in un Paese che ha visto
uccisi carabinieri, giornalisti e magistrati è un crimine contro
la storia dell'Italia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA