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Legali Graviano, 'ndrangheta stragista 'teorema'

Legali Graviano, 'ndrangheta stragista 'teorema'

Reggio Calabria, le arringhe degli avvocati Aloisio e Vianelli

REGGIO CALABRIA, 02 marzo 2023, 19:18

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Un teorema, un tema senza fondamenta".

Così è stata definito l'impianto accusatorio del processo "'Ndrangheta stragista" dall'avvocato Federico Vianelli che, assieme a Giuseppe Aloisio, difende il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi il 18 gennaio 1994 in quello che la Dda di Reggio Calabria definisce un attentato rientrante nelle stragi continentali.

Graviano e l'altro imputato, Rocco Santo Filippone, sono ritenuti i mandanti.
    Secondo Vianelli, l'accusa è costituita da "singolari coincidenze. Qui - ha detto - non vi sono elementi seri e rigorosi di prova". Piuttosto, le contestazioni al boss siciliano sono "una sorta di cortina fumogena, affascinante se è uno è appassionato di storia, ma non per questo, per confermare un teorema, a tutti i costi dobbiamo arrivare a un giudizio di responsabilità, a una condanna in capo a Graviano. Se c'è questa passione investigativa venga soddisfatta, altrimenti vengano investigate altre situazioni, vengano portati a giudizio altre persone. Qui vedo soltanto Graviano e Filippone. Chi altri vedo? È vero che sono invisibili, ma sono usciti i nomi, i cognomi.
    Dobbiamo discutere e continuare a portare avanti un processo viziato? Lo è all'origine perché sconta un vizio di fondo, una spasmodica ricerca di un qualcosa che non c'è per arrivare a tutti i costi a una condanna altrimenti evitabile".
    Aloisio ha contestato i riferimenti al "delitto politico" fatti durante la requisitoria del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. "Prima di parlare di delitto politico - ha detto - bisognerebbe fare un passo indietro ed accertare se i reati contestati agli odierni imputati sono stati da loro commessi e, quindi, verificare se sono loro i mandanti". Nel corso della sua arringa, infine, l'avvocato Aloisio ha puntato il dito contro il pentito Gaspare Spatuzza bollando le sue dichiarazioni come "inconsistenti". "Peraltro - ha detto - non vengono riscontrate dai collaboratori Nino Lo Giudice e Consolato Villani, i quali si rivelano palesemente inattendibili. Se noi diamo credibilità a Lo Giudice siamo in pericolo tutti".
   

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