Paolo Petroni ''A differenza degli altri scrittori italiani non scrivo di crisi coniugali ma della vita, anche nei suoi aspetti più scabrosi'', diceva Giuseppe Patroni Griffi, narratore ma soprattutto autore drammatico, regista, uomo di teatro nel quale ha lasciato un segno per il quale lo si ricorda il 27 febbraio, giusto a cento anni dalla sua nascita, avvenuta nel 1921 a Napoli, quella Napoli che lascia in lui e nella sua opera un segno profondo, esistenziale e culturale di qualità.
Per la ricorrenza, sarà visibile on line, sul sito della Biblioteca Nazionale di Napoli (www.bnnonline.it), il suo archivio legato alla spettacolo, con molti materiali inediti, testi, copioni, sceneggiature, fotografie di scena.
Di famiglia aristocratica, la sua formazione si deve, da una
parte alla madre, grande appassionata di cinema e lettrice,
dall'altra a quel gruppo di artisti e scrittori napoletani detti
i ragazzi di Via Chiaja, amici sin da giovani e rimasi uniti per
tutta la vita, di cui facevano parte Raffaele La Capria,
Francesco Rosi, Francesco Compagna, Maurizio Barendson e, poco
più giovane, Giorgio Napolitano, tra i quali nasce e cresce
collettivamente la passione per la letteratura e il teatro. Alla
fine della guerra si è trasferito a Roma, collabora alla radio,
vince un premio per un radiodramma, diventa nel 1950
vicedirettore del Secondo Programma Radio ed è in quegli anni
che incontra Luchino Visconti e poi i ''ragazzi dell'Accademia''
come li chiama, da Romolo Valli a Rossella Falk e Giorgio De
Lullo, che saranno i futuri fondatori della Compagnia dei
Giovani con cui avrà dagli anni '60 una lunga collaborazione e
grandi successi come autore, venendo da questi nominato nel 1978
direttore artistico del Piccolo Eliseo di Roma che aprì per 5
anni alla nuova drammaturgia internazionale. Dal 2002 fu anche
direttore artistico dell'Eliseo, incarico tenuto sino alla sua
morte, 15 dicembre 2005.
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