Jessica Pratt come la Callas nelle mitiche esecuzioni degli anni 50 , la bella 'Sonnanbula' inglese, naturalizzata australiana, fa innamorare il teatro di San Carlo.
Se nelle cronache ottocentesche si trovano molto spesso riferimenti ai bis concessi dai grandi cantanti delle arie più famose, e per Vincenzo Bellini soprattutto in Sonnambula, oggi non è certo una consuetudine.
Ma è quello che
è successo ieri al San Carlo, e per ben due volte, nel corso
dell'opera in forma di concerto. Prima l'aria di Elvino, "Ah!
Perché non posso odiarti" interpretata dal tenore Francesco
Demuro con una tale intensità e salti spinti verso l'acuto ha
scatenato un applauso interminabile che lo ha convinto a
ripetere il pezzo di bravura. La protagonista del titolo era
Jessica Pratt, certamente una delle più brillanti stelle del
belcanto d'oggi, accostata dalla critica musicale alle antenate
Pasta e Colbran. Nella lunga scena finale dove Amina
-sonnambula attacca la celebre aria "Ah! Non credea mirarti", il
soprano ha attraversato l'intera tavolozza di colori
dell'espressione musicale.
''Una enorme emozione, mi sono commossa, quello che è accaduto
al San Carlo non succede spesso - racconta l'artista
quarantaduenne - la mia Sonnambula? è una ragazza vivace che
prova l'orrenda sensazione di svegliarsi nella camera di un uomo
senza sapere come ci è capitata. Un ruolo che sento molto''.
Successo anche per la Lisa di Valentina Varriale, il conte di
Alexander Vinogradov, Manuela Custer nel ruolo di Teresa.
Esordio in scena di Ignas Melkinas, primo degli allievi
dell'Accademia di canto del San Carlo voluta dal sovrintendete
Lissner e guidata da Mariella Devia. Dopo venti anni di assenza
del titolo, con Il Coro preparato da José Luis Basso e
l'orchestra guidata dal giovane Lorenzo Passerini, una serata
'unica' salutata da oltre dieci minuti di applausi.
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