Sarà la lectio-performance del professore Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Didattica e tecnologie dell'educazione nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ad essere al centro domani, venerdì 29 aprile, a Napoli, del quinto incontro al Suor Orsola Benincasa del ciclo di riunioni seminariali sul pensiero creativo tra arte e scienza "I Linguaggi non lineari della narrazione e della comunicazione nella scena e nella didattica".
L'ideazione ed il coordinamento scientifico sono di Nadia Carlomagno, professore associato di Pedagogia sperimentale dell'Unisob, con la collaborazione di Rosalba Ruggeri, docente del Corso di laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e dei media, La lezione del prof.
Rivoltella sarà incentrata sul tema
"Raccontami una storia! Il gioco della narrazione e
l'educazione" e si svolgerà dalle 14.30 alle 18.30 nella Sala
degli Angeli. Afferma una nota: "La lectio prende avvio da un
breve atto unico per tre personaggi, Salvatore D'Onofrio, Nadia
Carlomagno e Francesco Maria Cordella, che mette in scena il
rapporto tra la narrazione, la vita e l'educazione. A seguire,
la riflessione si articola in tre direzioni. La prima, seguendo
l'analisi freudiana del gioco del rocchetto in Al di là del
principio di piacere, mette in evidenza il rapporto della
narrazione (e del teatro) con l'elaborazione dell'angoscia di
morte. La seconda, attraverso Jerome Bruner, mette a fuoco le
differenza tra comprensione scientifica e narrativa della
realtà. La terza, seguendo il pensiero di Maria Zambrano, trova
nella narrazione lo spazio per la ricomposizione di poesia e
filosofia". Il seminario è finalizzato a far vivere agli
studenti dei vari corsi di laurea "un viaggio creativo e di
scavo nella diversità dei linguaggi non lineari, un luogo dove
poter indagare le molteplici strade che può percorrere il
linguaggio della narrazione e della comunicazione nell'assonanza
tra scena e didattica. Una esperienza immersiva di
"sconfinamento" nel dialogo con la diversità degli sguardi
comunicativi, che invita ad abitare i confini come limiti da
decostruire e reinventare, nel confronto con la differenza e con
l'unicità, risorse indispensabili al cambiamento e dunque
all'apprendimento".
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