Lo avevano promesso nel caso "non
fossero arrivate risposte sulla vertenza" e lo hanno fatto i
lavoratori Softlab, che in piena notte sono partiti da Caserta
per raggiungere Lecce, dove hanno manifestato la loro rabbia nei
confronti dell'imprenditore Giovanni Casto, titolare di Softlab,
"che non ha mantenuto gli impegni di garantire un'occupazione
stabile ai lavoratori". In piazza Sant'Oronzo a Lecce,
lavoratrici e lavoratori hanno distribuito volantini con un
comunicato per denunciare l'atteggiamento definito
"irresponsabile" dell'imprenditore salentino. Da gennaio i circa
200 addetti di Softlab Caserta - l'azienda di consulenza
informatica ha sedi in tutta Italia - non percepiscono la cassa
integrazione (forse oggi potrebbe sbloccarsi qualche mensilità,
ndr), e un gruppetto di loro avanza anche alcuni stipendi; da
mesi protestano con presidi tra Caserta e Napoli, sono stati
anche a Roma. L'ultima manifestazione il 23 aprile scorso a
Napoli a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania,
durante la quale i lavoratori avevano chiesto al presidente De
Luca risposte immediate sulla mancata percezione degli
emolumenti e sulle prospettive future, ricordando anche che lo
stesso presidente della Regione qualche anno fa aveva inaugurato
a Caserta, nella centralissima corso Trieste, la sede di
Softlab, poi chiusa. La vertenza Softlab proprio in questi
giorni si è poi saldata con la "vertenza madre" relativa alla
multinazionale Usa Jabil con stabilimento a Marcianise
(Caserta). I lavoratori Softlab infatti sono tutti ex dipendenti
Jabil fuoriusciti negli anni scorsi dagli organici della
multinazionale per essere riassunti in Softlab dietro incentivo
corrisposto dalla stessa Jabil; l'impegno di Softlab era di
mantenere l'occupazione nell'ambito di un progetto produttivo,
ma nessuna produzione è mai partita e i lavoratori si sono
ritrovati in cassa integrazione proprio come ai tempi in cui
erano in Jabil. A loro volta, i 420 lavoratori rimasti in Jabil,
in queste settimane sono in mobilitazione perché l'azienda Usa
ha deciso un totale disimpegno da Marcianise e dall'Italia.
Oltre 600 lavoratori in totale tra Jabil e Softlab che
potrebbero, dunque, nel futuro prossimo, perdere il lavoro. In
una nota congiunta riguardante la manifestazione di Lecce, le
segreterie casertane dei sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm,
ricordano che "anni fa la dirigenza Softlab si è presentata in
Jabil e ha convinto i lavoratori a lasciare la multinazionale
americana per ricollocarsi, rassicurandoli sulla bontà e
credibilità dell'operazione industriale. Oggi le lavoratrici e i
lavoratori sono in mezzo a una strada e intanto Softlab ha
intascato 80.000 euro per ogni lavoratore che lasciava la Jabil.
Le istituzioni locali e nazionali che hanno sponsorizzato questa
operazione devono capire che bisogna intervenire immediatamente
perché l'esasperazione sta raggiungendo livelli
incontrollabili".
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