"L'Italia vanta un patrimonio unico al mondo che necessita di investimenti mirati per migliorare la capacità attrattiva, l'accessibilità e la sicurezza di aree ancora oggi sottovalutate.
Turismo e cultura, unite a infrastrutture e trasporti, rappresentano delle opportunità uniche nonché priorità strategiche per il Paese, per il rilancio del Mezzogiorno e per la valorizzazione dei borghi.
In questo
settore si giocano alcune delle partite più importanti del
nostro tempo e il Pnrr rappresenta uno strumento fondamentale le
cui opportunità saranno percepibili nel medio lungo termine". Lo
ha dichiarato Tullio Ferrante (Fi) sottosegretario alle
Infrastrutture e ai Trasporti, nel corso del Cnpr forum
"Destinazione Italia: il turismo e le sfide del futuro tra
eccellenze e innovazione" promosso dalla Cassa di previdenza dei
ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi
Pagliuca.
"Il Pnrr non solo offre gli strumenti necessari a investire nei
piccoli borghi e nelle aree interne per favorire la nascita di
nuove esperienze turistico-culturali - ha aggiunto Ferrante -
bilanciando i flussi turistici sostenibilmente. Ci consente di
investire nella realizzazione di opere per rendere più
performante e capillare il nostro sistema trasporti elevandolo
ai livelli europei. Tra le opere più importanti cito le nuove
linee di alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria.
Prime concrete risposte alle esigenze di mobilità dei
cittadini".
Preoccupazione per lo stato di avanzamento dei fondi europei ha
espresso Filiberto Zaratti (Verdi), segretario di presidenza
della Camera: "Nel Pnrr sono previste risorse notevoli a
servizio dello sviluppo del settore turistico abbinato anche
alla cultura, due temi abbastanza collegati. Questi interventi
includono degli obiettivi che sono fondamentali per rendere
competitivo un comparto così importante nella nostra economia.
Si prevedono miglioramenti nelle strutture recettive e dei
servizi collegati, investimenti pubblici per una maggiore
fruibilità del patrimonio turistico. Bisogna vedere il settore
del turismo in ragione di una visione un po' più ampia. Mettere
a reddito il nostro patrimonio culturale, il patrimonio
archeologico, artistico e naturale credo sia un obiettivo
fondamentale dal quale noi non possiamo assolutamente
prescindere. Mi pare di notare un certo rallentamento
nell'applicazione delle norme del Pnrr e non vorrei che questo
rallentamento determinasse una grande occasione perduta per un
comparto che rimane strategico per quanto ci riguarda. Sono
convinto che serva una strategia diversa, che va migliorata
anche in ragione del turismo lento e sostenibile che vogliamo
ospitare".
Ottimista Pino Bicchielli, deputato di Noi Moderati nella
Commissione Parlamentare Antimafia: "Per quello che riguarda gli
investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il mio
giudizio è estremamente positivo soprattutto nel settore
turistico, comparto di traino e dunque fondamentale per
l'economia del nostro Paese. Già dal 2023 abbiamo visto che c'è
stata un'importante ripresa del settore dopo la pandemia.
Abbiamo avuto sui territori un impatto economico di oltre 84
miliardi con il ritorno dei viaggiatori internazionali. Il Pnrr
ha avuto un ruolo centrale perché ha messo in atto una serie di
interventi soprattutto sulle politiche green e politiche
digitali che hanno consentito di aumentare la competitività del
nostro Paese grazie ai servizi che riusciamo a fornire. Per
quanto riguarda i fondi europei il piano strategico 2023/2027
messo a punto dal governo Meloni contiene una grande rivoluzione
per l'intero settore turistico in termini di valorizzazione di
tutte le realtà che sono sull'intero territorio nazionale. A
partire dai piccoli borghi e dalle seconde destinazioni. Tutti
quei territori che non sono di diretto rapporto con i grandi
flussi turistici".
Attenzione ai salari nel settore turistico è una delle priorità
per Marco Grimaldi, parlamentare di Sinistra Italiana in
Commissione Bilancio a Montecitorio: "Le misure del Pnrr sul
turismo hanno avuto un forte impatto sui piccoli borghi. Una
strategia che era stata già congeniata in una visione di
territorio di tantissime regioni che hanno compartecipato quella
scelta, mentre ci sono fortissimi tagli sulle misure agli Enti
Locali. Ci sono almeno tre cose dal mio punto di vista non sono
state inquadrate a sufficienza: la certificazione nelle città;
l'approdo di un certo tipo di turismo che ha fatto della
speculazione immobiliare parte della sua offerta; garantire a
chi cerca l'autenticità e la sostenibilità di avere dei borghi
che non siano desertificati. Questo accade già al centro di Roma
dove cinque grandi quartieri sembrano quasi uguali per la Airbnb
economy e questo danneggia la sostenibilità economica. Penso che
molto dell'elusione fiscale parta da lì. Abbiamo altri problemi
strutturali che affliggono il nostro turismo sicuramente: i
salari tra i più bassi d'Europa e quindi disuguaglianze che
dovrebbero invece essere comprese. E' necessario fare un salto
di qualità con offerte che guardino al plastic free e alla
sostenibilità".
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il
punto di vista dei professionisti è stato espresso da Elisabetta
Polentini, commercialista e revisore legale dell'Odcec di Roma:
"Sono evidenti i primi segnali positivi dell'impatto delle
risorse economiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza
nel settore turistico. In particolare quello dei piccoli borghi
e delle aree interne, che vengono così avvicinate ai grandi
flussi turistici che tradizionalmente caratterizzano l'Italia.
Significa che siamo sulla strada giusta per formulare nuove e
migliori offerte di servizi puntando sia sull'innovazione che
sulla sostenibilità. La sfida in questo settore si vince
puntando sulla qualità e sulla capacità di offrire servizi
efficienti a turisti sempre più esigenti".
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere
dell'Istituto nazionale Esperti contabili: "Il turismo
rappresenta il 13% del pil nazionale ed è quindi giusto e
corretto che si investa in questo settore affinché lo sviluppo
turistico dia prospettive di crescita ulteriore. L'Italia ha il
maggior numero in assoluto di siti Unesco. Per questo motivo è
necessario lo sviluppo del turismo paesaggistico, culturale e
archeologico all'interno del BelPaese".
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