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De Luca,Napoli e Campania luoghi umanesimo, qui polo audiovisivo

De Luca,Napoli e Campania luoghi umanesimo, qui polo audiovisivo

Corto 'Sete', allievi Accademia Belle Arti con Rai e Netflix

NAPOLI, 25 giugno 2024, 18:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Angelo Cerulo) "Il nostro sforzo mira a fare di Napoli e della Campania un polo nazionale e internazionale dell'audiovisivo a partire dalla ex Base Nato di Bagnoli e dall'area a Salerno individuata per realizzare una grande piscina per le riprese sott'acqua; in questo quadro si inserisce il lavoro di cui parliamo oggi che nasce nel solco della collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Napoli insieme con Rai e Netflix e che punta sulla formazione dei giovani e sui valori dell'umanesimo". Così il presidente della Giunta Regionale della Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo nel foyer della sede Rai di Napoli alla presentazione del cortometraggio "Sete". Si tratta di un lavoro ideato dalla Scuola di Cinema e Audiovisivo dell'Accademia di Belle Arti nell'ambito del primo Master di II livello in Scenografia per il cinema e Costume per il cinema, finanziato dalla Regione nell'ambito del Poc 2014/2020, realizzato in collaborazione con la RAI e Netflix e riconosciuto dal Ministero dell'Università e Ricerca. Alla presentazione sono intervenuti Rosita Marchese, presidente dell'Accademia di Belle Arti e Antonio Parlati, responsabile del Centro di produzione Rai di Napoli.
    "Ci sono molti giovani che rinunciano al lavoro perché alcuni tipi di lavoro li svuotano - ha aggiunto De Luca - ma questo che miriamo a creare è un 'mestiere' che non è ripetitivo, alienante, sono lavori che possono dare risposte economiche ma anche valore umano. Questa città e questa regione - di rapporti spesso complicati - sono luoghi dell'umanesimo. E senza l'anima le tecnologie non servono a niente, anzi creano nuove solitudini. A Napoli e in Campania è nata una scuola di regia e di cinema".
    ll corto è stato definito da Rosita Marchese "una scelta di documentazione e di ricerca" mentre Antonio Parlati ha parlato di "operazione straordinaria fatta dai ragazzi con la Rai che ha accompagnato il progetto: a me piace aprire i cancelli, stare col territorio, sul territorio". Realizzato, dunque, grazie alla collaborazione con la Rai, è tratto dalla novella "Le bevitrici di sangue" del poeta e drammaturgo napoletano Salvatore Di Giacomo; le allieve e gli allievi hanno lavorato ad un adattamento che rispettasse il linguaggio, le atmosfere e gli ambienti della Napoli di inizio Novecento, utilizzando il thriller come chiave interpretativa. Gli studenti si sono così confrontati con la complessità dello specifico genere, acquisendo capacità e competenze utili nella costruzione drammaturgica. La scrittura della sceneggiatura è avvenuta parallelamente alla costruzione scenografica e all'ideazione dei costumi. La regia, guidata da Barbara Napolitano, ha visto protagonisti i discenti che sono stati centrali nell'organizzazione e nella realizzazione di tutte le fasi del corto dallo script alla direzione degli attori, dalla direzione della fotografia al montaggio. Il Master a cui hanno preso parte 43 ragazzi - 29 per l'indirizzo in Scenografia e 14 per l'indirizzo in Costume - selezionati attraverso bando di concorso pubblico è stato il primo in Italia nel suo genere, tra le Accademia di Belle Arti, "un'occasione di formazione di altissimo livello i cui costi di partecipazione sono stati interamente coperti dal finanziamento della Regione Campania e, in quota parte, dalla società Netflix" è stato sottolineato. Il percorso didattico realizzato in un periodo di 9 mesi, per un totale di circa 700 ore di lezione, suddivise in attività teorico pratiche e tirocini, ha visto gli allievi e le allieve impegnati nella ricerca e nell'indagine dei singoli indirizzi, guidati da docenti interni e esterni all'Accademia di Napoli individuati tra professionisti nel campo cinematografico italiano. Sono state svolte 50 ore di Masterclass con 15 ospiti.
   

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