(di Antonio Pisani)
SAN FELICE A CANCELLO (CASERTA), 09 OTT -
Strangolata nel letto dal marito davanti ai figli di 4 e 6 anni,
uno dei quali ha mostrato in videochiamata il cadavere della
mamma alla zia. Ammazzata senza un apparente motivo. È morta
così in un'abitazione di San Felice a Cancello, nel casertano,
la 24enne Eleonor Toci. Il marito Luzmil, di 30 anni - sono
entrambi albanesi - è stato arrestato dai carabinieri e portato
in carcere a Santa Maria Capua Vetere con l'accusa di omicidio
aggravato.
Un sogno spezzato quella della giovane Eleonor, che qualche
mese fa era venuta in Italia dall'Albania per ricongiungersi al
marito, già da qualche tempo arrivato nel comune del Casertano,
dove risiedono il fratello e la moglie di questi, e dove svolge
il lavoro di bracciante agricolo saltuario. Eleonor aveva
portato con sé i figli piccoli avuti da Luzmil perché voleva
garantire loro una vita diversa e più agiata, ma questa mattina
alle 5, mentre era nel letto con suo marito, e in stanza c'erano
proprio i bambini, è stata strangolata dall'uomo, che poi è
uscito di casa.
I carabinieri sono arrivati dopo un po', chiamati dalla
cognata, e hanno trovato Luzmil all'esterno dell'abitazione di
via Caravaggio, in stato confusionale, con il fratello. Alla
vista dei militari l'uomo ha subito ammesso. "Ho ucciso mia
moglie", ha detto. Ma senza aggiungere altro.
I carabinieri lo hanno portato quindi nella caserma
dell'Arma, a Maddaloni, dove il 30enne ha ribadito la
confessione, questa volta anche davanti al magistrato della
Procura di Santa Maria Capua Vetere, Iolanda Gaudino.
L'interrogatorio si è protratto per alcune ore perché Luzmil non
capisce bene l'italiano, ed è stato necessario far arrivare un
interprete, e soprattutto perché era in stato di choc e
ricordava poco, quasi niente.
Agli inquirenti, in particolare, non ha saputo fornire alcun
movente, non ha parlato di una lite precedente al delitto,
circostanza che era emersa nei momenti immediatamente successivi
all'omicidio ma che poi non ha trovato conferme, neanche nelle
testimonianze dei vicini.
Finito l'interrogatorio, Luzmil è stato condotto in carcere.
I carabinieri della Compagnia di Maddaloni hanno sequestrato
l'abitazione e hanno poi ricostruito, grazie ad alcune
testimonianze, ciò che il 30enne ha fatto nel lasso di tempo
intercorso tra il delitto e la chiamata al 112. Come raccontato
dai familiari, Luzmil si sarebbe recato a casa del fratello dove
avrebbe chiesto alla cognata di accompagnarlo in ospedale; la
donna ha però notato delle stranezze nel 30enne e gli ha chiesto
se fosse successo qualcosa, quindi ha fatto una video-chiamata
al cellulare di Eleonor, alla quale ha risposto il nipote di sei
anni, che era intanto rimasto a casa con il fratellino, mentre
la madre giaceva morta nel letto. Il piccolo, ha riferito la
zia, ha mostrato in videochiamata il corpo della mamma a letto;
inorridita, la zia ha subito allertato i carabinieri. Pare che
Luzmil sia andato anche in piazza a San Felice, dove qualche
testimone l'ha notato con lo sguardo assente.
Sull'ennesimo femminicidio è intervenuta con una nota la Cgil
di Caserta secondo cui "è necessario che le istituzioni tutte -
ha detto il segretario generale Sonia Oliviero - si facciano
carico di quella che sembra essere una strage senza fine. Serve
un profondo cambiamento culturale, perché il cordoglio non
basta". Il deputato casertano del M5s Agostino Santillo ha
espresso "sgomento e totale indignazione per l'orribile
femminicidio di San Felice a Cancello".
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