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All'Elicantropo 'Netamiau perché sei morta' di Marco Gobetti

All'Elicantropo 'Netamiau perché sei morta' di Marco Gobetti

Fiaba cruda che si fa satira feroce. Riflessioni sull'attualità

NAPOLI, 09 novembre 2024, 16:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà il Teatro Elicantropo a ospitare il debutto a Napoli, giovedì prossimo, 14 novembre , allee 20.30 (repliche fino a domenica 17), dello spettacolo 'Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina' nell'interpretazione e co-direzione di Marco Gobetti, autore del testo, in scena insieme con Chiara Galliano (voce e violoncello). Presentato dalla compagnia torinese Lo stagno di Goethe-ets con il supporto dell'Unione Culturale Franco Antonicelli, nel testo un uomo che parla a una bambina, promettendole prodigi meravigliosi, ma lei non può rispondere e i prodigi si riveleranno terribili.
    Una fiaba cruda che si fa satira feroce, sottolineano gli autori in una nota, "e spinge a riflettere su situazioni attuali: la strategia della menzogna imperante, i genocidi subiti usati come carta di credito per commetterne altri, l'industria della violenza e le guerre sistematiche che riducono interi popoli a carne da macello, mero fattore di un calcolo economico e geostrategico".
    'Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina' vuole essere un gesto politico, che usa la poesia per sollecitare un "pensare largo", motore imprescindibile di azioni consapevoli e di un vigoroso moto vitale.
    "Occorre riflettere lucidamente sul passato e sul presente - sottolinea Marco Gobetti - per provare a costruire un futuro migliore per tutte/i. La terra è rotonda e tutto torna a tutti.
    E prima o poi a tutti tocca la sorte, la buona e la brutta".
    L'allegoria di Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina, si evidenzia ancora nella nota, "evoca il genocidio ora palese nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, ma lo lega a doppia mandata al genocidio progressivo (apartheid, distruzione dell'economia e dei servizi, razionamento di cibo, acqua ed energia, incarcerazioni arbitrarie e illegali, deportazioni, "piombi fusi", "margini protettivi" e altri massacri massivi di civili) perpetrato da Israele in Palestina già nei settant'anni precedenti il 7 ottobre 2023, e a ogni altro genocidio, commesso o scongiurabile in futuro, nella storia umana".
    La messa in scena ha attraversato e praticato disordini intelligenti, alla ricerca di un teatro che nasca dagli incontri, anziché pretendersi compiuto per affrontare incontri.
    In questo senso il meccanismo di produzione si è trasformato in meccanismo esso stesso spettacolare. Come nelle altre realizzazioni della compagnia Lo stagno di Goethe, anche in questo allestimento si preferisce alla regia la "direzione", una direzione intransitiva: dirigersi, non dirigere. La compagnia, tramite il programma di sala, accompagna ogni replica con l'invito a sostenere Gazzella onlus, un'associazione che si occupa di assistenza, cura e riabilitazione dei bambini palestinesi feriti da armi da guerra, e distribuisce pasti caldi alla popolazione di Gaza.
   

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