(di Patrizia Sessa)
L'amore per Napoli, l'importanza di
"unire le forze dei paesi europeisti e saldi nei valori
democratici", ma anche la grande amicizia con il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale, non a caso,
dedica le sue uniche parole in italiano. Filippo VI è emozionato
sul palco del Teatro San Carlo di Napoli. Oggi l'università
Federico II gli ha conferito il dottorato di ricerca honoris
causa in Scienze sociali e Statistiche. E nella sua lectio
magistralis non fa che sottolineare il legame tra la Spagna,
l'Italia e Napoli, una "parentela di cuori e di caratteri",
dice, citando Baltasar Gracián.
Ricorda Valencia, i suoi morti, unico 'fuori testo' del suo
discorso. E sottolinea la presenza, oggi a Napoli, del Capo
dello Stato Mattarella. Parla in italiano quando dice che "la
sua presenza in questo momento, signor Presidente, è per noi
motivo di particolare emozione, in quanto gesto di sincera
amicizia che resterà sempre nella nostra memoria". Ci sono
diversi motivi per i quali, nell'ambito delle celebrazioni degli
800 anni della Federico II, il dottorato di ricerca è stato
conferito a Re Felipe, accompagnato dalla regina Letizia: "La
sua formazione, la sua determinazione nell'affrontare povertà ed
esclusione sociale, il suo impegno culturale, il suo interesse
sui progetti di volontariato, ambiente, università", spiega la
coordinatrice del dottorato Enrica Amaturo nel suo intervento.
"Lei entra a far parte della Comunità dei Federiciani illustri,
che include importanti figure storiche come Tommaso D'Aquino,
Giordano Bruno, Gian Battista Vico e tre Presidenti della
Repubblica italiana", dice il rettore della Federico II Matteo
Lorito.
Ed onorato si dice re Felipe per il legame con "una delle
università più importanti d'Italia, d'Europa e del mondo, giusto
nell'anno in cui festeggia il suo ottavo centenario". "Senza la
Spagna non si può comprendere Napoli e senza l'Italia, e
concretamente Napoli, non è possibile comprendere la Spagna",
sottolinea nella sua lectio magistralis. "Visitare Napoli - dice
re Felipe che ha avuto modo di ammirare la città da Villa
Rosebery, durante la colazione di lavoro con Mattarella -
rappresenta sempre un'esperienza intensa e suggestiva, e lo è
anche per la Regina e per me in questa occasione: ricevendo poi
in questa sede il primo dottorato honoris causa concessomi da
una università fuori dalla Spagna, so che da oggi questa città e
questo ateneo entreranno a far parte dei miei ricordi più
duraturi".
La platea applaude a lungo mentre rivolge un tributo in piedi
a lui, alla Regina Letizia, al presidente Mattarella e sua
figlia, tutti nel palco reale. Re Felipe cita i tanti legami con
Napoli e chiama in causa proprio il San Carlo, "il primo al
mondo nel suo genere, costruito del grande architetto Giovanni
Antonio Medrano su richiesta del vostro Carlo di Borbone, ossia
del nostro Carlos III, mio ascendente diretto e primo re di
Napoli, che lasciò la città per diventare re di Spagna".
Un discorso pieno di storia, cultura ma che non dimentica
l'Europa, in primis l'importanza di "unire le forze dei paesi
moderni, europeisti e saldi nei valori democratici, entro i
quali la Spagna e l'Italia occupano un uno spazio molto
significativo".
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