Una cerimonia solenne e commovente
ha accompagnato l'intitolazione alla Reggia di Caserta della
nuova sala della Soprintendenza Archeologia belle arti e
paesaggio per le province di Caserta e Benevento al compianto
dirigente Gian Marco Jacobitti (morto nel 2014).
Un'iniziativa fortemente voluta dal Soprintendente Mariano
Nuzzo, con l'obiettivo di commemorare le capacità umane e
professionali di Jacobitti, sotto la cui direzione la Reggia di
Caserta ha vissuto momenti molto importanti: fu il primo, nel
1992, a sollecitare la chiusura del Parco Reale della Reggia a
Pasquetta per motivi di ordini pubblico, chiusura che fu poi
disposta dal prefetto di Caserta di allora Corrado Catenacci. Il
suo lascito più importante è stata invece la collezione Terrae
Motus; nel 1993 infatti il gallerista napoletano Lucio Amelio
affidò a Jacobitti la raccolta delle opere d'arte che Amelio
aveva commissionato all'indomani del sisma in Irpinia del
novembre 1980 ad artisti di fama mondiale, come Andy Wahrol.
"Celebriamo la memoria di un uomo impegnato in vita in
un'intensa attività di tutela, con significative pubblicazioni
scientifiche in materia di restauri e di impegno civile. Il suo
grande spessore umano e intellettuale lo ha inserito di diritto
tra i grandi uomini campani, poiché la vita di una persona ha
senso quando aiuta a rendere più nobile e bella quella degli
altri. L'intitolazione vuole essere il giusto riconoscimento
alla sua determinazione, che lo portava a credere fortemente
nelle convinzioni, negli obiettivi e nelle sfide tese al
miglioramento, alla protezione e alla valorizzazione del nostro
incommensurabile patrimonio culturale".
Presenti oltre alle varie autorità, tra cui il prefetto Lucia
Volpe, il Vescovo di Caserta e Capua Pietro Lagnese e il
direttore generale della Reggia Tiziana Maffei, anche la
famiglia di Jacobitti, la moglie e i due figli. "Mio padre - ha
detto il figlio Arrigo - è stato 'Grande' sia a casa che come
vostro Soprintendente. Mi ha insegnato valori come la dignità,
la correttezza, l'onestà, il fare bene le cose e l'equilibrio.
Questi e altri valori accompagnano da sempre la mia vita e gli
permettono di essere ancora qui con noi. Un viso che sapeva
esprimere serietà e severità ma anche una timida dolcezza, in un
sopracciglio che si inarcava dall'emozione. Mi stupisce sempre
l'affetto che ritrovo in chi lo ha conosciuto e mi parla di lui,
sono certo che ne è orgoglioso e ci sarà sempre vicino".
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