"Riteniamo che la sentenza sia basata su una ricostruzione della vicenda non conforme agli esiti dell'istruttoria, basata su una interpretazione a senso unico, non corretta e non condivisibile dei fatti e del ruolo avuto dal Presidente". Lo sottolineano, in una nota, gli avvocati Andrea R. Castaldo e Antonio D'Aloia, legali del governatore della Campania Vincenzo De Luca.
"Appare utile chiarire preliminarmente alcuni passaggi della motivazione, per evitare maliziose letture, legate a strumentali finalità politiche. Ribadiamo - si legge ancora nel comunicato - come la natura e le caratteristiche della smart card fossero, sin dall'origine, chiare e improntate ad una polifunzionalità dei servizi resi ai cittadini campani. Nelle fasi iniziali, di emergenza pandemica, la Regione Campania si è dotata di tale strumento, naturalmente privilegiando la funzione di attestato vaccinale, ben prima delle iniziative parallele adottate dal Governo su base nazionale. Non a caso, la Regione Campania è stata tra quelle più virtuose nel contenimento e nella gestione dell'epidemia, grazie alle politiche sanitarie adottate dal Presidente De Luca. La Corte dei Conti ha riconosciuto indirettamente ciò, dal momento che ha escluso e rigettato la richiesta di condanna della Procura per la prima fase. La condanna del Governatore, sotto il profilo oggettivo, viene ricavata a partire dal 9 giugno 2021, dal momento che i Giudici ritengono che la distribuzione delle smart card fosse divenuta un doppione del Green Pass istituito a livello nazionale".
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