Sulle note de "L'ombelico del
mondo" del cantautore e rapper Jovanotti, brano eseguito con le
sole percussioni da un ensemble formato da una cinquantina di
batteristi di tutte le età in piazza Borea D'Olmo a Sanremo, a
pochi metri dal teatro Ariston, si è tenuto il primo flash mob
che "fa rumore", contro la violenza di genere. Si tratta
dell'evento conclusivo del Festival della Parola reloaded,
aperto lo scorso 5 aprile al teatro del Casinò con l'ingegnere
Gino Cecchettin - padre di Giulia, la studentessa di 22 anni
uccisa l'11 novembre scorso dall'ex fidanzato - che in video
collegamento ha portato la propria testimonianza.
L'esibizione è stata preceduta d alcune letture del libro
"Cara Giulia", che Gino ha scritto in memoria della figlia. Il
Comune di Sanremo era rappresentato dagli assessori Silvana
Ormea e Sara Tonegutti. Quest'ultima, in rappresentanza del
Centro aiuto alla vita, ha portato il saluto dei centri
antiviolenza della provincia di Imperia.
"La mia associazione è partner dei centri antiviolenza dal
2009 - ha detto Tonegutti -. Ci occupiamo di accogliere le donne
vittima di violenza e portiamo avanti dei progetti trasversali
rivolti anche ai bambini". Tra gli intervenuti c'era anche Marco
Antei, presidente di Mia Arcigay Imperia, reduce dal Sanremo
Pride 2024 di ieri, che ha puntato il dito sulla violenza tra le
coppie omosessuali. "Questo evento ci consente di aprire una
piccola finestra su problematiche simili, che vivono pure le
coppie omosessuali. Perché la violenza esiste anche nelle coppie
uomo-uomo e donna-donna, ma viene vissuta in modo un pò occulto.
Diciamo che la vergogna che ricopre queste persone vittime di
violenza è talmente alta che ancora fatica ad uscire allo
scoperto".
A molti dei circa duecentocinquanta spettatori è stato
consegnato un fischietto rosso per essere parte integrante
dello spettacolo in una sinfonia corale "per dire no ai
maltrattamenti e per sempre sì al coraggio e all'amore".
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