"La decisione l'abbiamo presa
insieme, io e John Elkann, con il quale ho un rapporto
estremamente pacifico. È quasi un amico". Così parla l'ex ad di
Stellantis, Carlos Tavares, a proposito delle sue dimissioni, in
un'intervista esclusiva al settimanale portoghese Expresso, da
oggi in edicola. Per spiegare le sue divergenze con i vertici
dell'azienda, Tavares ricorre spesso all'aggettivo "darwiniano"
e fa un paragone con le gare automobilistiche: "Ci sono due
categorie di piloti: quelli che, per evitare il rischio di
forare uno pneumatico o danneggiare le sospensioni, evitano i
cordoli e cercano di fare il miglior tempo possibile guidando
nella parte centrale della pista. Poi c'è chi, per andare il più
veloce possibile, guida sui cordoli, il che è perfettamente
lecito, ma più rischioso, dannoso per le sospensioni e
aggressivo per gli pneumatici. Ovviamente, io faccio parte della
seconda categoria". E si giustifica: "In questo periodo molto
darwiniano che l'industria automobilistica attraversa, è
possibile che si sia creata un po' d'angoscia attorno a una
strategia aggressiva in cui questa fase è vista più come
un'opportunità che come un rischio. E poi ho assunto posizioni
molto nette in materia di tutela ambientale. Forse questo
insieme di fattori ha generato divergenze, e un'azienda che ha
250.000 dipendenti, un fatturato di 190 miliardi di euro, 15
marchi che vende in tutto il mondo, non può essere gestita con
una mancanza di consenso che si ripercuote immediatamente sulla
gestione strategica". Anche alla domanda sul suo compenso
milionario, Tavares risponde con i contratti nella Formula 1 e
nel calcio: se l'azienda vuole comprare un certo manager e
questo è disponibile solo per una certa cifra, si tratta
semplicemente di una transazione che nessuno è obbligato ad
accettare. "A molta gente questa cosa non piace, ma a me sì",
conclude Tavares, il quale nella stessa intervista non smentisce
la notizia che in Portogallo circola da giorni, ossia che
potrebbe entrare nella corsa alla privatizzazione della
compagnia di bandiera Tap. "Me lo stanno chiedendo molti amici.
Sento un certo richiamo patriottico".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA