Ogni anno nel mondo si registrano
centinaia di migliaia di vittime della strada. Si tratta di una
vera e propria pandemia, che colpisce principalmente i giovani:
gli incidenti stradali rappresentano oggi la principale causa di
morte tra i bambini e i giovani adulti di età compresa tra 5 e
29 anni. Una realtà che oltre al trauma delle lesioni e del
lutto ha anche un impatto economico devastante per i paesi, le
comunità e le famiglie. Gli incidenti stradali costano alla
maggior parte dei paesi il 3% del prodotto interno lordo. E'
quanto riferisce l'Onu nella Giornata mondiale in memoria delle
vittime della strada, ricordando che il Decennio di azione
2021-2030 ha come obiettivo la riduzione del 50% delle vittime
di incidenti stradali.
Un obiettivo ancora lontano se il rapporto
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), attesta che il
numero di morti sulla strada in tutto il mondo rimane
inaccettabilmente elevato, con circa 1,35 milioni di morti ogni
anno. Pedoni, ciclisti e motociclisti, in particolare quelli che
vivono nei paesi in via di sviluppo, sono le principali vittime
e rappresentano la metà di tutti i decessi dovuti a incidenti
stradali in tutto il mondo.
La campagna di comunicazione lanciata dall'Onu per celebrare
la Giornata 2024 evidenzia il profondo impatto degli incidenti
stradali sulle vittime e come questi incidenti possano cambiare
per sempre il corso delle loro vite. Sotto forma di
testimonianze, accompagnate da immagini, la campagna offre una
panoramica della vita delle vittime nel giorno del loro
incidente, prendendo così il nome "That Day". Ogni vittima ha la
propria storia legata a quel giorno, una storia che resta
impressa oggi anche nella memoria di parenti e amici.
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