(di Manuela Correra)
Si chiama fluorouracile ed è un
farmaco chemioterapico molto utilizzato dai pazienti oncologici.
Al momento, è però "carente o disponibile in quantità ridotta"
in Italia. A dare notizia dell'ultima carenza registrata sul
nostro territorio è l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa)
insieme all'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom),
che rassicura tuttavia i pazienti che si stanno mettendo in atto
tutte le procedure necessarie per ripristinarne la disponibilità
e fornisce indicazioni precise ai medici oncologi su come
gestire la situazione.
"Le confezioni disponibili non saranno in grado di soddisfare
le richieste del mercato per i prossimi mesi", afferma l'Aifa
sul proprio sito. L'Agenzia assicura però di essere "in costante
contatto con i titolari delle Autorizzazioni alle Immissioni in
Commercio dei medicinali a base di Fluorouracile per avere
aggiornamenti su eventuali prossime forniture aggiuntive".
L'Aifa si è inoltre detta disponibili a rilasciare alle
strutture sanitarie che ne faranno richiesta l'autorizzazione a
importare il farmaco dall'estero. A preoccupare è però proprio
il largo utilizzo di questo chemioterapico. Il fluorouracile,
spiegano gli oncologi, è un farmaco che rientra in numerosi
schemi di trattamento per neoplasie dell'apparato
gastroenterico, della mammella e del distretto testa-collo e la
sua carenza, sia pur transitoria, "rappresenta un reale problema
per la pratica clinica oncologica anche a causa della
impossibilità di sostituirlo con altri farmaci per uso
parenterale".
"Stimiamo - sottolinea il presidente Aiom, Francesco Perrone
- che circa il 20% dei nuovi pazienti oncologici ogni anno
potrebbe avere potenzialmente bisogno del fluorouracile, si
tratta di 70-75mila pazienti l'anno". Proprio per contribuire al
superamento della carenza, spiega, "daremo indicazioni ai
clinici affinchè considerino schemi terapeutici alternativi con
farmaci orali, come la capecitabina, per i pazienti che
inizieranno un nuovo trattamento nelle prossime settimane, se
previsti nelle linee guida disponibili e clinicamente indicati.
Cercheremo di dare la priorità ai pazienti già in trattamento e
ci auguriamo che questa allerta possa presto rientrare".
Ribadendo che Aifa "sta già mettendo in moto anche tutte le
procedure inerenti l'import del farmaco per superare il momento
di criticità", il presidente degli oncologi sottolinea anche
"l'importanza di questa rinnovata collaborazione con l'Agenzia:
questo metodo di collaborazione, e la condivisione dei
contenuti, tra società scientifiche ed un ente regolatorio come
Aifa - afferma - è fondamentale ed è a tutto vantaggio dei
pazienti".
Il problema della periodica carenza di farmaci non è una
novità in Italia, ma si è da qualche anno acuito a seguito del
conflitto in Ucraina e della difficoltà di produzione di alcuni
principi attivi in vari paesi. Un problema che il nuovo
presidente Aifa, Robert Nisticò, ha indicato come una priorità
nel suo discorso di insediamento all'Agenzia, lo scorso 22
aprile: "Sarà nostro compito fondamentale assicurare che non ci
siano carenze nel mercato di farmaci
indispensabili. In questo particolare momento in cui purtroppo
ci sono conflitti alle nostre porte che pesano sulla filiera del
farmaco anche in Italia, l'Agenzia insieme con le industrie,
dovrà assicurare la massima disponibilità per un
approvvigionamento continuo dei farmaci essenziali sia nel
nostro Paese che nei paesi più in difficoltà".
Presso il ministero della Salute è inoltre attualmente attivo
un Tavolo tecnico di lavoro nel settore dell'approvvigionamento
dei farmaci sul territorio italiano.
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