A due giorni dallo sciopero nazionale
di medici ospedalieri e infermieri contro la legge di Bilancio
2025, previsto mercoledì 20 novembre, i sindacati delle
professioni mediche e sanitarie sono sul piede di guerra. E'
scontro aperto su vari fronti, dall'abuso di precettazioni per
la partecipazione alla manifestazione alla prevista assunzione
di migliaia di infermieri dall'estero, dal finanziamento
dell'indennità di specificità alle nuove assunzioni posticipate
al 2026. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati Anaao e
Cimo e dall'organizzazione degli infermieri Nursing Up. Il
contesto, però, è quello di un'ampia e generale insoddisfazione.
Il testo della Manovra, considerata "deludente" dai
sindacati, "conferma la riduzione del finanziamento per la
sanità rispetto - affermano le organizzazioni mediche - a quanto
annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola
rispetto a quanto proclamato per mesi". Un altro fronte si sta
inoltre aprendo in vista dello sciopero e della manifestazione
del 20: Coina, il sindacato delle professioni sanitarie,
denuncia l'abuso di precettazione da parte della Fondazione
Gemelli in occasione della manifestazione. "Non solo una
violazione dei diritti, ma un attacco deliberato per ostacolare
uno sciopero legittimo", afferma il segretario nazionale Coina
Marco Ceccarelli, riferendosi alla decisione del Gemelli di
precettare settori non essenziali. La Prefettura, ricorda il
Coina, ha confermato la violazione del Contratto: "le autorità
ci danno ragione, chiarendo che solo i servizi di urgenza vanno
garantiti", dice Ceccarelli. Per quanto riguarda poi l'arrivo di
infermieri stranieri, per Nursing Up si tratta di "una misura
tampone su una ferita profonda, soprattutto considerando il
numero di colleghi italiani all'estero che rientrerebbero in
presenza di condizioni contrattuali dignitose". La misura non
risolve "la carenza di valorizzazione economica e contrattuale
alla base dell'abbandono e della disaffezione dei giovani verso
i nostri percorsi formativi", sottolineano gli infermieri,
chiedendo il perché il governo "abbia posticipato al 2026 il
piano di assunzioni".
La manovra prevede inoltre un aumento dell'indennità di
specificità medica di 17 euro per i medici e 14 per i dirigenti
nel 2025, 115 nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti ,
mentre per gli infermieri circa 7 euro per il 2025 e circa 80
per il 2026. L'Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e
sanitari chiede al governo che questa sia finanziata
direttamente in busta paga, opponendosi alla defiscalizzazione
che "non aumenta la massa salariale". Inoltre, aggiungono,
"abbiamo già segnalato che le risorse devono essere anticipate
già dal 2025 ed essere distribuite equamente tra i dirigenti".
Grande malcontento anche tra i medici liberi professionisti,
che contestano la preclusione alle prescrizioni di farmaci con
piani terapeutici e alle certificazioni per patologia ai fini di
esenzione. "Abolire ingiustificabili limitazioni ai medici
privati, considerando la grossa utenza che storicamente ad essa
afferisce, si tradurrebbe in un importante alleggerimento delle
liste di attesa ad esclusivo vantaggio dei cittadini soprattutto
di coloro che oggi rinunciano alle cure", affermano
l'Associazione medici e odontoiatri liberi professionisti
(Amolp) e l'Associazione flebologica italiana (Afi) dopo che il
presidente Amolp Di Martino e il vicepresidente Afi Rosi sono
stati ricevuti al Senato da Francesco Silvestro, presidente
della Commissione bicamerale sulle questioni regionali.
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