La passione per la squadra del cuore
puo' anche aiutare a rompere l'isolamento imposto dalla
malattia. Lo dimostra la storia di Luca Leoni, milanese doc e
malato di Sla, che proprio nella passione per l'Inter,
tramandatagli dal padre, ha trovato un modo per uscire dalla
solitudine. Tutto merito del gruppo degli InterNati, fondato nel
2017 dall'architetto Stefano Boeri, che si è evoluto in una rete
di oltre 130 persone unite non solo dalla fede calcistica per
l'Inter ma anche dal desiderio di fare la differenza. ""È stato
Boeri ad unirmi al gruppo", racconta Luca. "Questo mi ha
permesso di ritrovare tanti amici dei tempi del liceo e
dell'università, e ha dato inizio a un percorso di ritorno alla
socialità". A creare la comunità dei tifosi "nati con l'Inter
nel cuore", il gruppo WhatsApp costituito da volti noti del
mondo della cultura, dell'arte, della musica, del food, della
televisione. Tra loro il cantautore bresciano Francesco Renga,
fan nerazzurro. Leoni, Presidente Onorario del Club calcistico,
grazie al senso di appartenenza al gruppo è riuscito a rompere
un muro spesso presente nelle vite di chi affronta la malattia.
"Ogni giorno ci sono 300 o 400 messaggi nel gruppo, e mi tengono
grande compagnia," spiega Leoni. Un contatto quotidiano che gli
offre uno spazio di socialità e svago, trasformando la sua
passione calcistica in un'opportunità di connessione umana. Ma
il tifo ha sempre fatto parte della sua vita: "Ho sempre tifato
Inter. Mio padre è stato il cardiologo dell'Inter ai tempi di
Masseroni e il calcio è sempre stata una grande passione". Da
quando fa parte del gruppo, Leoni ha avuto l'opportunità di
collaborare con importanti figure dell'Inter come il Presidente
Marotta, e Alberto Bassani, Responsabile delle attività sociali
del club e insieme hanno realizzato eventi benefici.
Il Club degli InterNati, però, in questi anni, ha fatto un
pezzetto in più. Alla fede calcistica è seguita l'opportunità di
solidarietà e la coesione ha creato una vera e propria Comunità.
Tra le iniziative, un'asta solidale che metterà in palio maglie
autografate dei giocatori, con l'obiettivo di raccogliere fondi
da destinare al Centro Clinico NeMO, specializzato nella cura e
ricerca per le malattie neuromuscolari. Ed è interessante che
l'amore per lo sport ma anche per il Club sia nato e cresciuto
proprio nel reparto del Centro Clinico NeMO di Milano,
all'Ospedale Niguarda, dove Luca è seguito nel suo percorso di
cura. "Posso dire che la passione per il tifo ha creato un
legame speciale con le dottoresse che mi seguono al NeMo. Un
interesse comune che ci ha permesso di instaurare un rapporto di
amicizia che va oltre il contesto medico. Oggi, non solo
condividiamo il percorso di cura, ma anche la gioia di andare
insieme alle partite".
"La cura c'è, dobbiamo solo scoprirla," ricorda Aisla,
rivolgendosi a tutti coloro che ogni giorno lottano contro la
Sla e che credono nella forza della ricerca. Attraverso la
partecipazione di personaggi di spicco dello sport e dei
rappresentanti del tifo organizzato, la diretta streaming
dell'evento 'La promessa per la ricerca', prevista questa sera
dalle 19 alle 22, è un esempio di come lo sport possa diventare
un potente veicolo di speranza e inclusione. I veri sportivi,
quelli che sanno "andare oltre ciò che sembra possibile," si
schierano al fianco di Aisla per sostenere la ricerca che un
giorno potrebbe cambiare la vita di migliaia di persone. "Un
invito a tutta la comunità a unirsi per la ricerca, a dimostrare
che il cuore, neroazzurro o di qualsiasi altro colore, può fare
la differenza. È la promessa di lottare insieme, fino
all'ultimo, perché la cura possa vincere sulla malattia".
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