Solo una su 10mila molecole studiate
arriva al paziente come terapia, processo che rende essenziale
la ricerca clinica, impossibile senza i pazienti. L'80% degli
studi clinici in Italia è sostenuto da aziende farmaceutiche, e
quelli realizzati in Ue sono passati dal 18% del totale mondiale
nel 2013 al 9% nel 2023. Favorire tra i cittadini la
consapevolezza del valore della ricerca e superare le resistenze
alla partecipazione dei pazienti agli studi sono gli obiettivi
della campagna nazionale "La ricerca siamo noi. Tutti insieme,
dalla scienza alla cura", promossa dall'Accademia del paziente
esperto Eupati Aps (AdPee) oltre a 47 tra associazioni pazienti,
accademie e aziende sanitarie, società scientifiche e centri di
ricerca, presentata oggi presso l'Ospedale Isola Tiberina -
Gemelli Isola di Roma.
La campagna "intende costruire un 'ponte' di fiducia tra la
comunità scientifica e l'opinione pubblica, verso una maggiore
collaborazione e alleanza reciproca per il progresso della
scienza e della salute pubblica", ha affermato Nicola Merlin,
presidente Eupati.
"In Italia solo il 20% degli studi è 'no profit', accademico",
ricorda il direttore del Comprehensive cancer center del
Gemelli, Giampaolo Tortora. "È un grave danno, perché la
sperimentazione di nuovi farmaci comporta vantaggi scientifici
ed economici: un euro investito in ricerca ne genera 3 per il
Ssn". Onofrio Mastandrea, giunta Farmindustria, ricorda: "Oltre
15400 sperimentazioni autorizzate in Italia dal 2000 al 2022, 2
miliardi in R&S dalle imprese farmaceutiche nel 2023, il 7%
degli investimenti totali. Ma in Europa dal 18% sul totale siamo
passati al 9%, 60mila pazienti in meno che accedono a
sperimentazione e terapie innovative. Bisogna investire nel
capitale umano: formare, trattenere e attrarre talenti, futuro
della ricerca anche nell'industria".
Gli studi clinici sull'uomo sono gli strumenti su cui si basa lo
sviluppo di un nuovo farmaco: "L'idea del paziente 'cavia' è
desueta, oggi sono seguiti con grande attenzione e rigore, con
il controllo dei Comitati etici", ha spiegato Dominique Van
Doorne, tesoriera e responsabile scientifica Eupati. Centrale il
ruolo del paziente esperto, che conosce la malattia per
esperienza personale. "Corretta informazione e formazione sono
la base per poter partecipare consapevolmente alla ricerca", ha
confermato la direttrice scientifica Corso Eupati e Paziente
esperto, Paola Kruger.
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