(di Antonino Michienzi)
Quattro nuovi Paesi hanno interrotto
la trasmissione dell'Hiv da mamma a figlio; altri sette hanno
eliminato almeno una malattia tropicale negletta; due hanno
sconfitto la malaria, uno il tetano materno e neonatale. La
percentuale di bambini che ha ricevuto almeno un vaccino ha
toccato l'84% e il numero di vite salvate dalle vaccinazioni
pediatriche ha superato il 150 milioni. Silenziosamente, nel
2024 la salute globale ha tagliato numerosi traguardi. Allo
stesso tempo, l'anno che sta per concludersi lascia aperte
innumerevoli sfide da affrontare, ricorda l'Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Dopo avere avuto un forte impatto soprattutto sui Paesi
occidentali, le malattie non trasmissibili sono ormai
un'emergenza globale. Il diabete registra una crescita
allarmante (800 milioni di persone colpite), che riflette anche
l'aumento dell'obesità (1 adulto su 8). Di pari passo cresce il
peso delle condizioni neurologiche che sono la principale causa
di malattia e disabilità in tutto il mondo, con più di 1 persona
su 3 colpita.
Non va meglio con gli stili di vita: quasi 1,8 miliardi di
adulti in tutto il mondo sono a rischio di ammalarsi a causa di
un'attività fisica insufficiente. Sono invece 2,6 milioni le
persone che ogni anno muoiono a causa dell'alcol e 600 mila per
l'uso di droghe. Sul fronte del fumo, sebbene in 20 anni i
consumatori di tabacco si siano quasi dimezzati, preoccupa la
diffusione dei prodotti a base di tabacco nei più giovani.
Urgente intervenire sulla sicurezza alimentare: tra 713 e 757
milioni di persone hanno sofferto la fame nell'ultimo anno e
quasi un terzo della popolazione mondiale - 2,33 miliardi - è in
una condizione di insicurezza alimentare.
Resta infine aperta la preparazione alle future minacce
pandemiche. L'epidemia di Mpox nella Repubblica Democratica del
Congo e nei Paesi limitrofi non accenna a spegnersi. Nè è ancora
definitivamente chiarito il caso della malattia non
diagnosticata diffusasi nelle scorse settimane nel Paese
africano. L'influenza aviaria, dopo aver rappresentato per quasi
un ventennio un fenomeno associato soprattutto all'Estremo
Oriente, nell'ultimo biennio si è diffusa soprattutto nel
continente americano, prima nei volatili, poi in diverse specie
di mammiferi selvatici e, infine, nei bovini negli Stati Uniti.
I primi casi umani non hanno tardato a comparire. Per il
momento, chiarisce uno studio italiano condotto da ricercatori
dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Università di
Sassari, le infezioni umane sono "eventi isolati derivanti
dall'esposizione diretta o ambientale ad animali infetti".
Tuttavia la possibilità che il virus faccia il salto di specie
non è mai stata così vicina.
In questo scenario, ricorda l'Oms, gli Stati membri "hanno
concluso con successo i negoziati su un pacchetto di modifiche
al regolamento sanitario internazionale". Resta tuttavia da
raggiungere un accordo sul trattato pandemico. Su questo fronte,
è stato chiaro il segretario generale delle Nazioni Unite
Antonio Guterres: "Il mondo è tristemente impreparato per la
prossima pandemia", ha detto in occasione della Giornata
internazionale di preparazione alle epidemie che si celebra il
27 dicembre.
Intanto dall'Istituto Superiore di Sanità arriva il decalogo
per un 2025 in salute. Essenziale vincere la dipendenza da
smartphone, azzerare i consumi di alcol, smettere di fumare e
assumere 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Poi,
un'alimentazione equilibrata e povera di sale e un'attività
fisica regolare. Infine, un occhio all'ambiente, riducendo i
consumi, riutilizzando quando possibile e, in alternativa,
riciclando i prodotti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA