Il Consiglio nazionale forense (Cnf)
è intervenuto sulle pubblicità che invitano a far causa ai
medici. La delibera, informa la Federazione nazionale degli
ordini dei medici (Fnomceo), arriva in risposta ad una
segnalazione della Federazione.
Nella delibera, il Cnf "esprime la propria gratitudine al
personale medico per l'importante funzione svolta; assicura la
attenta vigilanza rispetto alle segnalate condotte ritenendo
siano comunque frutto di situazioni isolate e non diffuse". E
"impegna i Consigli dell'Ordine degli Avvocati a vigilare in
modo puntuale sulle condotte dei propri iscritti sotto il
profilo della violazione delle regole deontologiche" e "i
Consigli Distrettuali di Disciplina a perseguire le condotte
che, con ogni modalità, ledano la dignità, l'onore ed il decoro
della Avvocatura". La delibera è stata approvata a seguito di
una segnalazione della Fnomceo che stigmatizzava l'attività
pubblicitaria promossa da una società che offre servizi di
consulenza e di assistenza gratuiti a chi abbia subito un danno
per errore medico al fine di ottenere il risarcimento dei danni.
La nota della Fnomceo - a firma del presidente, Filippo Anelli -
evidenziava come tale pubblicità, con indicazione di compenso
legato al risultato, ledesse il decoro della professione
forense, realizzando un atto di concorrenza sleale e di
accaparramento della clientela. Inoltre, sempre secondo la
Federazione, questa tipologia di informazione alimenta, in
ambito sanitario, il cosiddetto fenomeno della medicina
difensiva. Da qui la presa di posizione del Cnf, che prende atto
di come "siano sempre più̀ frequenti forme di offerta delle
prestazioni legali, spesso diffuse da società̀ commerciali,
effettivamente lesive, per i loro contenuti, della dignità̀
della professione forense" e richiama un analogo intervento del
2020, in risposta sempre a una segnalazione di Fnomceo,
"relativa a professionisti che sollecitavano azioni giudiziarie
contro i medici legate all'allora esistente emergenza sanitaria
Covid".
"Ringraziamo il Cnf per la sensibilità ancora una volta
dimostrata - commenta Anelli - e per il riconoscimento del ruolo
del medico. Le due professioni, quella dell'avvocato e quella
del medico, sono accomunate dal rispetto di precetti etici e
deontologici autonomamente imposti, a tutela ed attuazione della
funzione di garanti dei diritti fondamentali dei cittadini".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA