"Questa sospensione è certamente un
riconoscimento delle nostre preoccupazioni sulle nuove tariffe,
che rischiavano di compromettere la sostenibilità economica
delle strutture sanitarie private accreditate". Così Karin
Saccomanno, presidente dell'Associazione imprese sanitarie
indipendenti (Aisi) rispetto allo stop del Tar del Lazio, ieri,
al decreto ministeriale del 25 novembre sulle nuove tariffe per
le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e
protesica garantite dal Ssn, ovvero i nuovi Lea. "Seppur attesi
da tempo, gli aggiornamenti risultavano inadeguati rispetto ai
reali costi sostenuti dalle nostre strutture, mettendo a rischio
la qualità dei servizi offerti ai cittadini".
Secondo Giovanni Onesti, direttore generale Aisi e tesoriere
Unione nazionale ambulatori poliambulatori enti e ospedalità
privata (Uap, tra i fautori del ricorso), "è imprescindibile che
le tariffe riconosciute siano congrue e riflettano i costi reali
delle prestazioni, per permettere alle strutture di continuare a
investire in innovazione e garantire elevati standard
qualitativi".
L'Associazione si rivolge al governo affinché consideri una
serie di proposte. L'adeguamento delle tariffe, in modo da
rispecchiare i costi delle prestazioni considerando inflazione e
investimenti in qualità; gli incentivi per l'innovazione a
sostegno di strutture che investono in tecnologie e
telemedicina; il dialogo costruttivo tra istituzioni e sanità
privata con un tavolo di confronto permanente. "Solo attraverso
una collaborazione equilibrata e il giusto riconoscimento
economico possiamo continuare a garantire servizi di eccellenza
ai cittadini", evidenziano Saccomanno e Onesti, che concludono:
"Attendiamo per i prossimi giorni una cruciale convocazione dai
vertici del Ministero della Salute per discutere della
questione".
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